Pepper Keenan, Woodroe Weatherman, Mike Dean e Reed Mullin.
Con una forte dose di personale riverenza apro quest'oggi la mia nuova recenzia citando i nomi della formazione in assoluto migliore che i Corrosion of Conformity hanno potuto schierare nella loro lunghissima carriera.
Un quartetto collaudato ed affidabilissimo capace nelle annate precedenti di fornire due indiscussi capolavori di aspro e furioso Hard-Rock-Blues-Stoner; mi riferisco a Wiseblood del 1996 e Deliverance pubblicato due anni prima. Con questo America's Volume Dealer aprono il nuovo millennio e siamo vicinissimi ad un altro disco riuscito, potente il giusto ma con alcune novità che all'inizio mi avevano non poco spiazzato.
Pepper è reduce dall'esperienza Sludge-Southern Rock che ha messo in piedi con i Down e vuole portare i Corrosion verso le radici del Blues del delta, dalle parti di New Orleans. I riferimenti si dirigono verso band sudiste quali Allman Brothers Band e Lynyrd Skynyrd; con le dovute cautele perchè quando si ricordano di essere stati una band Hardcore riescono ancora a spingere e fare danni. Ecco da subito spiegato i motivi del mio iniziale "spiazzamento" nei confronti di un disco meno immediato rispetto ai predecessori; che richiede alcuni ascolti in più per poterlo apprezzare a fondo. Cosa che ho poi fatto nel giro di qualche settimana nel momento della sua uscita, autunno 2000.
Si chiudono in uno studio di registrazione e ne escono dopo soltanto 28 giorni con 13 canzoni; la copertina vuole essere un tangibile segno del cambiamento, del rischio che la band si vuole prendere. Quelle spire, quei cerchi fin quasi disturbanti alla vista sembrano voler dire "non preoccupatevi del percorso contorto e vario dell'album. Perchè in fondo siamo sempre i COC"
Le potenti e deflagranti "Over Me" e "Congratulations Song" (brani al 100% Corrosion of Conformity) vengono scelte per aprire la nuova raccolta. Compattezza, fisicità, cattiveria controllata: tutti ingredienti che richiamano il loro recentissimo passato. Una inaspettata slide guitar apre la meravigliosa "Stare Too Long" che rappresenta la novità più cangiante e al tempo stesso riuscita. Pepper non è mai stato così quieto e solare nel canto; e gli altri membri non possono fare altro che adeguarsi, seguendolo di pari passo in un'escursione nel Folk-Country. Inusuale per loro ma riuscitissima. Lo stesso si può dire per "13 Angels" con i suoi oltre sei minuti di notturno Hard-Blues che sale di tono, si eleva nel suo progredire temporale fino ad un finale dove finalmente sono le due chitarre elettriche a rendersi protagoniste indiscusse.
I due minuti e mezzo di "Gittin' It On" ci riconsegnano i Corrosion più cattivi e devastanti; ma il mio personale vertice viene raggiunto dalle bordate Stoner-Rock di "Take What You Want" che si conclude con un assolo di immane potenza che a poco a poco si abbassa di volume, si spegne. Micidiali!!!!
Grandissimi Corrosion of Conformity...ZIPPO...
Ad Maiora.
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