Band di Monaco attiva dal 1995. Michael Heilrath, basso, Jürgen Söder, chitarra e Thomas Geltinger alla batteria. Nel 1999 per l'album "Fantasy" si aggiunge Stephanie Böhm (pure nei Ms. John soda) e porta la sua tastiera.

Per comodità vengono accomunati alla scena di Weilheim, per le canzoni sporcate di elettronica, per la contaminazione analogico/digitale. Questo è il quarto album, tutto strumentale. Michael Heilrath, il compositore principale dei pezzi racconta in un'intervista come alla base di ogni composizione ci sia sempre un'idea di base che si manifesta in una melodia o in un ritmo e si sviluppa in un riff, poche note ripetute sulle quale si sviluppa la canzone. Mi vengono in mente i Tortoise ma in versione rock, mi vengono in mente i Kinski ma un po' piú groovy. Mi vengono in mente passaggi shoegazers.

I titoli fanno la loro parte, unico "messaggio" espresso compiutamente. "Plan", "Alle auf Pause" (tutti in pausa), "12 sind nur 4" (12 sono solo 4). Ed è un messaggio non facilmente decifrabile ma in qualche maniera ti suggestiona. So che il significato c'è, lo posso trovare io, lo posso adattare. Ci si mette a pensare quale sia il punto di partenza. Qual'è il mio piano?

"Alle auf Pause" è una delle canzoni piú belle per groove e melodia che abbia sentito ultimamente, picchiano due accordi di piano in sottofondo. E poi si apre come un fiore. Eterno. E poi riparte. Mi gira nella testa da giorni. "Was Alles Hält" è un momento elettronico sottovoce. "Kurzer Punkt" ha la stessa rabbia magnifica dei Massimo Volume. "Doch Endlich" (finalmente) ci mette un po' a crescere per arrivare al punto. Poi le chitarre iniziano a salire leggere e si contorcono sempre più nelle tre note. La tensione sale lenta. Succede qualcosa a 3:30 ma non quel "finalmente" che pensavo io. Penso ai Mogwai. Chiude "Farbe" (colore) ed è come il titolo. I colori slavati della copertina.

Musica strumentale ma non di sottofondo. Un bellissimo disco. Tutti in pausa.

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