Suona tutto maledettamente personale, ogni frase gridata dal frontman Brendan Murphy è parte della mia esperienza personale, è parte di ciò che sono, e la musica del resto del gruppo, con le coinvolgenti melodie dei chitarristi Jesse Doreen e Adrian Lee e le potenti ritmiche hardcore di Kelly Bilan dietro le pelli e Brian Kaczmarczyk al basso, crea l'atmosfera perfetta per descrivere senza l'uso delle parole quella che è l'essenza di tutto ciò. Quindi perdonatemi già in precedenza se credete che una recensione non debba contenere il recensore, e già che ci siete perdonatemi l'abbondante presenza di parti dei testi, se ciò vi da fastidio. Ma non avrei potuto recensire questa opera in modo diverso, credetemi.
'The Difference Between Hell And Home' è un conflitto continuo tra l'autodistruttiva biasimazione della solitudine causata dalla propria diversità e la constatazione che è proprio questa diversità a renderci ciò che siamo e che in fondo vogliamo essere, ma che al contempo ci priva della compagnia e dell'affetto di cui abbiamo bisogno. E dunque è proprio questa diversità il fulcro della questione, è la nostra salvezza e la nostra dannazione.
Partendo da questo tema, in 'The Difference Between Hell And Home' c'è tutto. La sensazione di aver fallito in tutto e di essere una causa persa ("As far back as I can remember the failure was always there, it was the only real companion that I have ever had"), la realizzazione del fatto che il nostro isolamento a bruciato i tempi migliori della nostra vita ("We spend our golden years as living ghosts"), il rimpianto per aver perso delle personi importanti dopo esserne diventati troppo distanti, come ci fosse una voragine incolmabile tra noi e gli altri ("I watched them leave me behind like living debris. Fortunately, I know that I'm not worth it. In my purest form, I was never good enough for anyone"). E poi ancora la forte presenza di questa netta separazione che ci divide da tutto il resto ("I have grown sick of the sound of my own heartbeat, and while the whole world breathes in unison my lungs are my shield to reject the world around me"), la paura di non essere realmente superiore a tutti gli altri, ma di aver creato questa illusione per non affrontare la realtà ("Expose me for all that I am, the man behind the masquerade, i am my own false witness") . Fino ad arrivare alla canzone che potrebbe rappresentare da sola l'intera opera, quella Compass che si è affermata tra gli amanti del gruppo come la canzone simbolo di tutto quello che rappresentano i Counterparts e il concept che sta dietro ai loro lavori.
"The weight came and went and took my will to live
Spoiled by defeat, forced to drown in what's left of me
That's when breathing became routine
And I could feel myself fading
No direction, I am a compass
Constantly spinning
Constantly searching for the end
Never reaching our destination
But the goal was never when
Or where
Or who...
It was only you, you're the difference between hell and home
I watched the world give up on me"
'The Difference Between Hell And Home" è un viaggio introspettivo alla ricerca del posto a cui apparteniamo, forse alla fine non riusciremo comunque a trovare la nostra destinazione, ma almeno avremo imparato qualcosa.
"The world moves on without us
We leave only footprints that fade away in time
Walk with fire and save yourself from vagrancy
We leave our spirits to retrace our steps
You are your own memorial
Find your mark and make it"
Il gruppo più rappresentativo dell'attuale generazione di Melodic Hardcore.
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