Nel 2001 esce Hard Candy dei Counting Crows, band Americana conosciuta soprattutto nella loro patria e in qualche parte dell'Europa, ma non molto in Italia, ove si sono fatti sentire solo un po' di volte con "Mr. Jones", il singolo del primo cd, "August and Everything After", uscito nove anni prima.
Dal debutto fino al 2001 la band di Adam Duritz non ha cambiato in modo rilevante il suo stile di fare musica e si è tenuta sempre bene stretta quella considerazione che la critica e i fan hanno avuto su di loro. I CC sono sempre rimasti un gruppo onesto e non si sono mai buttati sul commerciale, l'unica volta che c'hanno provato veramente, ovvero quando hanno lasciato "American Girls" (proprio una traccia di "Hard Candy") alla Coca-Cola, con la collaborazione di Sheryl Crow, o quando, per esempio, Duritz ha cominciato a fare il galletto posando per riviste di gossip, si sono ritrovati bersagliati da alcune frange meno tolleranti del loro Fun's Club che li accusava di essersi venduti. Le risposte dei diretti interessati ci sono state e pure cattive ma il nuovo disco uscito ha continuato a non vendere e il successo degli altri album non l'ha mai neppure sfiorato, questo è certo.
"13 Nuovi Gusti" (per la verità quattordici con "Four White Stallione Live") così vengono presentate nell'originale copertina, le nuove canzoni. Ad aprire ci pensano "Hard Candy", una ballata coinvolgente, dal ritmo costante che da il nome al cd, e "American Girl" accennata sopra. "If I Could Give All My Love Or Richard Manuel Is Dead" sucessiva a "Good Time", uno dei pezzi più interessanti dell'intero album, è forse il pezzo più rock'n'roll e si apprezza per il suggestivo contrasto che creano le chitarre elettriche e il piano di Gillingham. Mi lascia invece molto perplesso "Goodnight LA" di nuovo quì non c'è niente, neanche il titolo se bisogna dirla tutta. In "Hard Candy" c'è anche la presenza di Ryan Adams in "Batterfly In Reverse" un altro pezzo che comunque non mi ha convinto completamente, lo ha fatto invece "Why Should You Come When I Call?", brano delicato che sprigiona tutta la genuinità dei Counting Crows, con una antitesi tra testo e musica che non fa trasparire la tristezza che le parole in se per sè sprigionano. La voce si confonde con il piano in "Black And Blue" per poi sfociare in un lento e mite ritornello. "Miami" e "New Frontier" sono i pezzi che fanno da cuore al cd, pezzi discreti che intrducono una bella e lenta "Carriage", dove finalmete si sente un pò di chitarra acustica e qualche assaggio della sublime tromba di Andre Carter. Notevole il finale con una strappalacrime "Holiday In Spain" che rievoca bene i paesaggi iberici, e "Up All Night" successivamente riutilizzata molte volte nei live.
Complessivamente un buon lavoro che si meriterebbe qualcosa in più di quello che gli ho effettivamente appioppato, ma quando ripenso ai primi lavori di Adam & Co e alle loro capacità, mi viene da sperare in qualcosa di migliore, e arriverei a disprezzare totalmente "Hard Candy" pur di stimolare i CC a rifare un lavoro al pari di "This Desert Life" o "August".
Carico i commenti... con calma