Dopo l’autoprodotto esordio “Whites Off Earth Now!!” che gli permette di ottenere un deal con la major RCA, la notte del 27 novembre 1987 nella chiesa Holy Trinity di Toronto, i Cowboy Junkies registrano il loro capolavoro, praticamente in presa diretta e con l’ausilio di un registratore R-DAT e di un solo microfono.
Le “Trinity Sessions” si aprono con la splendida voce di Margo Timmins che rilegge il traditional “Mining For Gold” con la fermezza ed il calore di una pasionaria come Joan Baez e la tecnica e l’anima di una crooner come Miss Sherley Bassey, fuse misticamente insieme. “Misguided Angel” è il primo pezzo originale (scritto da Margo e dal fratello Michael, mente pensante del quartetto canadese) che rilegge in maniera letargica le punte più alte raggiunte da Neil Young ed i Crazy Horse, nel solco di quella musica che ha accompagnato negli anni l’espansione della frontiera americana. “Blue Moon Revisited (Song For Elvis)” è una delicata preghiera miscelata ad un’eterea rilettura dell’hit single “Blue Moon” dei Marcels, mentre “I Don’t Get It” è una visione narcotica dei Velvet Underground. Vibrante rilettura è “I’m So Lonesome I Could Cry” che omaggia Hank Williams mentre “To Love Is To Bury” innalza ad arte sopraffina il verbo country, rallentato e dilatato fino al limite. Limite che viene ampiamente abbattuto nella successiva “200 More Miles” dove tutto è rarefatto e gli strumenti non si permetto mai di disturbare la morbida voce di Margo, che si fa sussurro di gentile ninna-nanna in “Dreaming My Dreams With You”. Qui gli strumenti disegnano sottilissime linee di congiunzione fra il nostro mondo ed il regno di Morfeo, e in “Working On A Building” (altro traditional) sostengono la voce di Margo che risulta essere il perfetto anello di congiunzione fra la gentilezza di Liz Fraser (Cocteau Twins) e la tensione di Beth Gibbons (Portishead), introduzione alla superba versione di “Sweet Jane” di Lou Reed. “Postcard Blues” rimane sospesa a mezz’aria, proprio come la coltre di fumo che si vede nitidamente separare in due lo spazio vitale di quei club resi iconografia di vita notturna da molte pellicole hollywoodiane, con un dialogo voce-fisarmonica davvero emozionante. “Walking After Midnight” è il perfetto congedo e ci accompagna fuori, infreddoliti sulla via del ritorno verso casa.
I canadesi Cowboy Junkies di “The Trinity Sessions” sono la pietra filosofale della rinascita del folk americano.
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