I Cows sono i fidanzati che non vorreste mai per le vostre figlie, le banche a cui non affidereste mai i vostri risparmi, gli amici a cui non prestereste mai la macchina, le baby-sitter che, spero per voi, non veglieranno mai sui vostri bambini, i maestri di paracadutismo a cui non lascereste mai farvi preparare l' attrezzatura.

D'altro canto è sicuro che in birreria, in discoteca, ad una grigliata sul fiume, a un rave, a un concerto, in vacanza al mare, al lago o in montagna loro renderebbero le vostre esperienze selvaggiamente indimenticabili.

Perchè? perchè?!?! beh ma è semplice... perchè sono dei pazzi, folli, irresponsabili, incontrollabili e imprevedibili.

"Daddy Has A Tail" lo dimostra, chiaro come una pinta di birra rovesciata volontariamente sui vostri testoni.

Questa loro seconda uscita datata 1989, esordio sotto la firma della mitica Amphetamine Reptile e consecutivo all'altrettanto dirompente 'Taint Pluribus 'Taint Unum, è puro vandalismo sonoro, musica suonata per spaccare in quattro regole e convenzioni borghesi, invettive anti-sociali tese a sfottere e ridicolizzare se stessi e gli altri, nessuno escluso.

I Cows vi invitano a mettervi in fila, piegarvi a 90 e ricevere tutti il vostro meritato calcio nel culo, per scherzare ovviamente, ma a loro modo.

Il fatto è che non ti puoi nemmeno incazzare, come fai a prendertela con gente che ti fa scuotere in poghi viscerali e scatenati come "Camouflage Monkey", in discese urlanti a rotta di collo come la fantastica "Bum In The Alley" (capolavoro che salta fra un blues-rock infernale a una furiosa scazzottata hardcore senza soluzione di continuità), in deragliamenti armonici rovinosi come "Miss Her Beer".

E poi in fondo sono dei teneroni, molto, molto, molto in fondo, basti ascoltare la "ballata" nascosta sotto "Chasin' Darla" o l'apice dell'album (proprio in fondo al disco), quella "Sticky And Sweet" che è la loro redenzione amorosa, che si muove altalenante fra le dolci confessioni del cuore e le animalesche pulsazioni del pene in un perenne stato psico-confusionale, appiccicosa e lasciva.

Dal basso della loro incompetenza Shannon Shalberg (voce), Thor Eisentrager (chitarra o ciò che ne rimane), Kevin Rutmanis (basso) e Norm Rogers (batteria) alzano di un ulteriore livello il grado di crudezza ed efferatezza nel panorama rock, devastandolo dopo averlo sconvolto con un approccio che, al confronto, farebbe sembrare un uomo di neanderthal più simile ad un nobile inglese settecentesco.

Non bisognerebbe permettersi di parlare di tecnica con questi vaccari di Minneapolis, sarebbe offensivo, si può altresì affermare che Shelberg e soci avessero una missione e, seppur fossero l'inaffidabilità sotto forma di gruppo rock, la portarono a termine, fino in fondo.

Presero il verbo nichilista pronunciato dall'hardcore e lo compressero ed amplificarono oltre misura, colsero la goliardia psicotica dei Butthole Surfers e la fecero schizzare ulteriormente, traghettarono il noise-rock più marcio a cavallo degli ultimi due decenni del millenio con rinvigorita potenza e istrionica decisione usando solo un basso invasato e roboante, una batteria cavernicola e spaccona, una chitarra putrida e abrasiva e una voce volgare e irriverente.... ed infine alzarono il dito medio verso di noi con il caloroso augurio di andare tutti a farci fottere.

Uh!uh!uh!

Degenerati!

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