Quando esce un album dei britannici Cradle Of Filth esistono una serie di leggi non scritte che regolarmente esercitano la loro autorità: quando esce un cd dei COF si sa già che metà pubblico li osannerà a prescindere dalla validità del prodotto e l'altra metà sarà pronta a massacrare la band con i peggiori pregiudizi e commenti, senza riuscire a scindere i gusti personali dall'oggettività.
Il guaio è che queste e altre regole non scritte incidono anche sui recensori alle prese con una delle più blasonate uscite dell'anno per quanto riguarda il metal estremo. Solitamente il tutto finisce (o finiva) con la sottomissione volontaria di tutti davanti a un gruppo che bisognava 'comunque' elogiare: "altrimenti chi tiene in alto la scena metal?" è uno dei pensieri sempre in voga all'interno del mondo metal ed editoriale in particolare. In questa sede si cercherà una via alternativa, magari più fastidiosa, ma forse meno oberata da pregiudizi e pressioni.
I COF hanno un grande demerito: aver fallito l'occasione della vita (leggasi: il contratto con la Sony) sprecando un'occasione unica essendo arrivati al momento cruciale con un album al di sotto delle aspettative.
Ma per comprendere meglio il fenomeno COF bisogna partire da lontano.
Dopo una valanga di demo orientati molto sul mondo death metal, il primo loro album è forse l'unico che può esser accostato al black metal anche se né nelle tematiche né musicalmente i COF sono stati una black metal band intesa in modo tradizionale. E qui nacque il primo grande fraintendimento che fece passare la band per quello che non era (anche se a loro faceva comodo avere certe etichette addosso) e giudicarla sotto una visione distorta.
La musica dei COF deve qualcosa al black metal, specie per certe atmosfere al black sinfonico, ma il riffing è sempre stato parecchio death/black agli inizi, death/thrash in seguito e ultimamente anche heavy oriented; aggiungeteci le tematiche horrorifiche, vampiresche, pazzoidi e il fenomeno COF si rivela in tutta la sua complessità.
Non essendo un gruppo black metal, ma solo estremo, i COF hanno creato album particolari ed intensi come "Dusk And Her Embrace" o "Cruelty And The Beast". Neanche il diverso ed oscuro "Midian" era brutto, anzi a quei tempi i Cradle Of Filth facevano una gran bella musica, unica, geniale, piena di atmosfera. Se poi il 'folletto' Dani Filth è insopportabile ai molti, questo non deve essere un metro di valutazione di una band che contava al proprio interno una line up di tutto rispetto, nonostante essa stessa si rinnovasse spesso. 'Aveva', sì, questa band 'aveva' una grande line up e nel momento di massima esposizione, con l'album precedente, questa venne a mancare e i COF peggiorarono, e di molto, il loro standard.
Nemmeno il budget stratosferico fa bene a questa band che in studio ha sempre dimostrato di non capir poi molto, ed è bastata una produzione leggermente meno peggiore delle altre per far gridare al miracolo e mascherare le carenze di idee della band. Carenze che continuano a farsi sentire in questo "Nymphetamine". Poco importa paragonare la nuova release alla penultima, il gioco non vale la candela perché il risultato esalterebbe poca gente. I tempi prodigiosi sono passati, bisogna casomai meravigliarsi del fatto che i COF abbiano saputo restare sulla cresta dell'onda per tanto tempo riuscendo a partorire tre capolavori.
Ora i tempi sono cambiati e Dani si ritrova come chitarristi due individui che di speciale e geniale non hanno niente, ma in fondo è lui che sceglie i membri e gestisce tutto, e quindi la colpa va divisa.
Veniamo dunque a "Nymphetamine": dopo un'intro insignificante, il cd si apre in modo spompato, anche se la produzione stavolta è finalmente davvero buona. Dell'opener basti ricordare alcuni momenti isterici di Dani alla voce che potrebbero echeggiare quelli degli inglesi Lawnmower Deth, gruppo pazzo di un decennio fa. "Nemesis" invece è una delle poche belle canzoni del cd, c'è persino un riff black metal interessante e, anche se c'è un duetto di chitarre poco riuscito e l'atmosfera non sia più così densa come un tempo, la song risulta piacevole. Poi si procede con alti e bassi: bruttine "Gabrielle" e la titletrack, dove la prima sembra quasi un remake malriuscito di brani dei COF scritti in passato, mentre la seconda non lascia nessun segno e non serve la presenza del soprano Liv Kristine a migliorare la situazione. Verrebbe da chiedersi cosa ci faccia la norvegese in questo contesto, perché le voci femminili usate dalla band in passato avevano qualcosa di sensuale, peccaminoso, mentre per un gruppo come i COF la voce d'angelo di Kristine non sembra essere in linea con il resto della musica. Pur non scrivendo un capolavoro, "Absinthe With Faust" è un brano che si lascia ascoltare: il suo aspetto gothicheggiante non deve sorprendere perché tutto l'album è piuttosto gothic-oriented, e i COF oggi come oggi sono un gruppo piuttosto lento, che sta eliminando le parti più veloci, con una scelta che non sta dando buonissimi frutti... Dopo l'intermezzo strumentale arrivano tre brani mediocri anche se, in "Medusa and Hemlock", riaffiora un po' lo stile dei vecchi COF, mentre in "Coffin Fodder" troviamo dei buoni spunti là dove, infine, in "English Fire" anche le metriche usate dal creativo Dani iniziano a mostrare la corda. Ma c'è di peggio, perché con "Filthy Little Secret" si tocca il fondo. Qui la band perde di mira anche l'abituale buon gusto per la musica che possiede. Il finale del cd invece risolleva, e di molto, la pessima, o quasi, performance fornita dal gruppo inglese sino ad ora. Si sente un pianoforte che suona con sentimento, si possono riascoltare alcune parti veloci eseguite nemmeno troppo male, e persino la seconda apparizione su cd di Liv Kristine convince immediatamente nella favolosa, stavolta sì anche se molto gothic, canzone di chiusura.
Molti alti e bassi, quindi, dove i primi non riescono completamente a rimediare alla scarsa vena che ormai attanaglia una band in evidente declino. Le nuove leve potranno anche esaltarsi per un lavoro mediocre, studiato magari bene a tavolino, ma che nella realtà ha ben poco valore; la vecchia guardia, quella che ascoltava nella notte "Dusk And Her Embrace" per poi divertirsi con la pazzia sanguinaria di "Cruelty And The Beast", troverà la tomba dei Cradle Of Filth nelle note di "Nymphetamine", sempre se li si riteneva ancora vivi. Non bisogna lasciarsi ingannare da una valutazione non lapidaria... Anche i miti prima o dopo cadono, e lo fanno sempre fragorosamente. Purtroppo per noi.
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