I Cradle of Filth tornano a distanza di un paio di anni a calcare il panorama metal con questa nuova fatica che ricorda nell'artwork il disco In Utero dei Nirvana, e ispirata ad una bestia mitologica ibrido tra un leone alato ed una donna, denominata appunto Manticore, sinonimo di perdizione; per certi aspetti quindi non molto dissimile da Lilith, figura su cui ruotava il concept del predecessore Darkly Darkly Venus Aversa.
Trattandosi del decimo album in studio per i vampiri di Suffolk, dopo capisaldi venerati in ambito metal estremo; slittamenti verso sonorità più commerciali, macabre o gothic, ed un paio di concept album, con dietro l'angolo il pericolo di scadere nella monotonia o nell'autocelebrazione, la band capitanata da Dani Filth ha optato ancora una volta per un lavoro compatto e violento, in linea col già citato predecessore. Nulla di nuovo sotto il sole ma al contempo un ulteriore tassello da aggiungere alla propria collezione per i sostenitori della band, che sembra commettere passi realmente falsi solo in fase EP, in un disco che rimane apprezzabile quindi anche dagli ascoltatori della frangia metal più estrema. Gli inserti classicheggianti fanno capolino qui e là inoffensivi, come il piano sul cambio di tempo di Illicitus. Il cantato di Dani si manifesta invece meno inumano del solito, come sulle strofe di Frost On Her Pillow, ravvivata questa da cambi di tempo ed un riff abbastanza calzante ma non orecchiabile come in passato, e lo stesso dicasi per la seguente Pallid Reflection. Rari anche gli inserti di voce femminile, con l'orrore che non rallenta nell'incedere con le creature mefitiche di Siding With The Titans, e raggiunge il suo apice con Death The Great Adventure, elogio dell'oscurità e la morte a discapito della flebile ed inefficace luce dettata dalla vita.
Nel suo insieme e di primo impatto l'impressione più condivisibile è però quella di un lavoro non all'altezza quantomeno dei due dischi antecedenti; in altri termini non è ben chiaro dove la band sia andata a parare con questo lavoro, e sarà forse il tempo a sancirlo.
Carico i commenti... con calma