“Darkness our Bride” [voto 8] riesce a trasportarci in pochi attimi nell’atmosfera che circonda l’aura dei Cradle of Filth: dopo un’introduzione tastieristica, poche parole dall’occulto significato aprono le porte alla devastante title track [voto 9], ricca di tutti gli elementi più significativi dei Cradle: un lacerante screaming firmato Dani Davey (in arte Dani Filth), numerose parti recitate da voci femminili e l’importanza data alla sezione ritmica composta da basso e batteria (verso la metà del brano un brevissimo virtuosismo del bassista di turno).
Si prosegue con una delle immortali canzoni della “Culla del sudiciume”: “The Forest Whispers my Name” [voto 10]. Misteriosa ed eterea l’iniziale tastiera con il basso che ricalca il principale tema del brano, si uniscono dopo poco due chitarre rabbiose e grintose: Dani urla, si dispera nella sua immagine di vampiro in una canzone che mette in luce la fondamentale presenza delle tastiere per questa band Black Metal Sinfonica. Per riprendere fiato, “Iscariot” [voto 8] dove nuovamente le tastiere hanno il sopravvento per due minuti nei quali si possono ascoltare un inquietante organo accompagnato da un battito cardiaco e da un temporale.
“The Black Goddess Rises” [voto 10] ci mostra la vena pagana [chiaramente fasulla, ma comunque d’effetto] della band: una lunga invocazione alla Dea Nera, nei sogni e negli occhi di Dani e compari [“…You are in my Dreams… the Darkness in my eyes…”]. Presenti nella canzone numerosi piccoli assoli di chitarra, splendidi. Dopo una breve introduzione ricca di dissonanze arriva la devastazione, dedicata alla suddetta divinità . La canzone è divisa in momenti “di pace” recitati da un’erotica voce femminile accompagnata da un pianoforte a “fasi” puramente black metal.
Dopo “One final Graven Kiss” [voto 7], una dolce e delicata nenia, si passa a uno dei pezzi più violenti della storia della band, “A Crescendo of Passion Bleeding” [voto 7], la canzone che meno mi esalta nel cd. Le canzoni “To Eve the Art of Witchcraft” [voto 9] e “Of Mist anf Midnight Skies” [voto 10] vanno a mio parere ascoltate assieme, nella loro continuità, soprattutto dato l’utilizzo in entrambe di un favoloso organo: un tocco di stile nella seconda la toccata e fuga di Bach in re minore in una versione molto più accellerata. Quest’ultima presenta un testo molto provocatorio nei confronti della religione cristiana, quasi satanico, che narra probabilmente di un uomo deciso a vendicarsi della chiesa, essendo stata carnefice della sua amata.
Inutile “In secret Love we Drown” [voto 5] pezzo nel quale la tastiera ci propone alcuni suoni naturali affiancati ad un sinth poco ispirato. Citazione cinematografica in “A dream of Wolves in the Snow” [voto 7] dai vari “Dracula” [“Oh Listen to Them… the Children of The Night… What Sweet Music they Make…”] alla quale segue il capolavoro “Summer Dying Fast” [voto 10] che riassume molti dei concetti musicali dei Cradle precedentemente esposti (tastiere, batteria e basso a gogo, brevi virtuosismi di chitarra e soprattutto il lacerante screaming di Dani]. “Imperium Tenebrarum” [voto 6] è un pezzo “nascosto” nel quale vengono recitati oltranzisti concetti, un brano utile solo a spaventare un poco [senza molto successo] l’ascoltatore.
Un cd da acquistare, insomma, per amanti o meno del Black Metal, data la quantità di [ottima] carne al fuoco. Probabilmente il più sincero e originale della band, un capolavoro assoluto che ha fondato un genere.
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