Lavoro avvicinabile a BTTB di Sakamoto o allo stesso ultimo lavoro di Fariselli (per altro già recensito da me) questo "Piano Works" di Craig Armstrong, incornicia le composizioni di questo artista sotto una luce malinconica e rarefatta di rara bellezza e fragilità.
Le 19 composizioni di questo album si sbriciolano una dietro l'altra delineando mondi incantati e leggeri creando un mood unico e "magico", lontano anni luce dalle mielose composizioni di pianisti se vuoi più virtuosi ma senza dubbio più stucchevoli. Le tonalità in minore, il rallentamento e la dilatazione del suono, il tocco leggero "a togliere" (conquista questa dei pianisti più illuminati) danno il senso della classe insuperabile di questo "self-made-man" capace di passare con nonchalance dalle atmosfere cupe e notturne del lontano "The space between us" (un capolavoro da avere ad ogni costo) a questo lavoro quasi classico che ripesca e riarrangia alcuni brani tra i suoi lavori di un tempo.
Ideale in una giornata di pioggia autunnale, con il volto rasserenato appoggiato al vetro mentre l'occhio si sofferma a vedere gli strani incroci delle gocce che scivolano giù...
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