A distanza di 10 anni dall'uscita, vi parlerò di " The Gift Of Game ", primo album targato Crazy Town.
Il gruppo è definito dai più come 'One Hit Band' , i tamarrissimi tipi tatuati di "Butterfly", voglio invece dimostrare per quanto possibile il contrario. La band infatti fin dall'inizio ha saputo proporre uno stile a se stante, rinfacciando ai fans un sound si vicino al pop (la stessa "Butterfly" e "Revolvin' Door" a testimoniare ciò) senza però mai dimenticare di essere una band fondamentalmente rapcore. L'ibrido creatosi, nella fattispecie la fusione tra due rapper di ruolo come Seth Binzer ed "Epic" Mazur e lo stile punk rock iniettato dai vari A.Valli (chitarra) e D. Miller (basso) sono la catena montante di "The Gift Of Game".
Spaziando dalla ruvida "Toxic", che tanto funge da precursore alle varie hit da chart del terzio milllennio targate Linkin Park, P.O.D. e compagnia varia, alle più ispirate "Darkside" e "Think Fast" che subiscono molto l'influenza 'rap-gangster' degna dei migliori emarginati di L.A..
Los Angeles appunto, che funge non solo da musa ispiratrice nella stesura dei testi con trasgressive allusioni sessuali e alla droga, ma anche da punto cardine per la nomenclatura della band, appunto 'Crazy Town', pazza città, quale è la stessa.
Ottimo anche il lavoro di mixaggio e le basi ad effetto che servono da riempimento in pezzi come "Black Cloud" e "Only When I'm Drunk", ciò che persiste è la buona intesa tra il duetto Seth/Epic, sempre in sintonia, uno che non pesta i piedi all'altro, il duo che da spazio anche agli strumenti, alla batteria, al basso e alle chitarre seppur in modo marginale.
Dopo un serie di pezzi interessanti quali appunto "Toxic" e "Darkside", arriva la super-hit "Butterfly", con tanto di campionamento da un brano dei Red Hot Chili Peppers (dall'album "Mother's Milk"). "Butterfly" diventa appunto il cavallo di battaglia della band, che riscuoterà eccellenti risultati di vendite e in Europa e in USA, riscuotendo però come già accennato, il malumore dei primissimi fans, che videro i nostri discostarsi dalle impetuose strade dell' hip-hop per attraversare il più semplice sentiero del rap/pop. Tanta fu la delusione che dopo i vari fischi nei live durante la performance di "Butterfly", la band iniziò a riproporre il pezzo con un tocco in più di aggressività.
Proseguendo sono degne di nota "Face The Music" (e qui aprirò dopo una parentesi) e la più soft "Revolvin' Door" che ha cercato invano su mtv di ripetere il successo di "Butterfly".Parlavo appunto di "Face The Music", il pezzo è pressochè identico a "Head For The Barricade" dei Limp Bizkit, o meglio, quest'ultimo è identico al primo, visto che è stato pubblicato 4 anni dopo dai Bizkit, nel 2003 nell'album "Results May Vary". Questa nota deve essere considerata esclusivamente come un parere personale, ma per chi conosce i lavori da me citati, la 'cioncidenza' è evidentissima.
Concludo dicendo che questo primo lavoro è senz'altro superiore al successivo ed ultimo (ad oggi) "Darkhorse", del 2002, disco sempre recensito dal sottoscritto che è decisamente più stereotipato al periodo storico, insomma al filone nu-metal melodico (se cosi lo si può definire) che tanto andava di moda agli inizi di questo decennio. La band si è poi sciolta a causa anche di problemi legati alla droga che hanno riguardato uno dei due vocalist ( non so dirvi chi, credo Epic Mazur, per intenderci quello meno tatuato tra i due nel famoso videoclip "Butterfly" ).
Tuttavia a 7 anni di distanza e dopo una mediocre carriera solista di Seth Binzer, il gruppo tornerà con un significativo "Crazy Town Is Back" che uscirà a breve. Vedremo se oltre alla band, tornerà anche il tanto ricercato successo, anche per distruggere definitivamente il fastidiosissimo stereotipo di ' One Hit Band ' , stereotipo che altresì potrebbe rinforzarsi, con un lavoro non all'altezza delle aspettative.
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