Non avevo intenzione di scrivere sui Creed in quanto su di loro si è detto già tanto. Ma ho intenzione di scrivere su questo disco in quanto su di esso su DeBaser, è stato detto si tanto, ma non tutto. Dopo 8 anni di silenzio dall'ultimo "Weathered" i Creed sono tornati con "Full Circle". Tornati è una parola grossa perchè se i più 'anziani' sanno che i Creed non sono altro che il quartetto Stapp/Tremonti/Marshall/Phillips, per i più 'giovani' i Creed sarebbero gli Alter Bridge con un altro cantante, affermazione tecnicamente corretta, ma sostanzialmente ai limiti del paradossale. I Creed infatti suonano insieme dal 1995 e il progetto "Alter Bridge" (tradotto grammaticalmente "ponte alter" alternativo !?) nasce nel 2004.
Chiusa questa doverosa parentesi, il ritorno dopo anni e anni di sperequazioni e incoerenze (nel 2004 il futuro dei Creed veniva dato per spacciato dalla stessa band) è di tutto rispetto, anzi è probabilmente un ritorno inaspettato e superiore alle scettiche aspettative.
"Overcome" tra i brani più aggressivi mai scritti da Mark Tremonti, è un'apertura con gli attributi, possente hard rock condito dalla robusta voce (e non solo) dell'ormai 40enne Scott Stapp, che si diverte a fare il ragazzino e probabilmente tenta definitivamente di togliersi di dosso la nomina ingrata di essere la brutta copia di Eddie Wedder (voce dei Pearl Jam), con cui a mio parere ha da condividere non molto, se non un simile timbro di voce. " Overcome " è un singolo convincente ad effetto 'spaccastereo' (testato a casa , ed è probabilmente il brano più hard rock dell'ìntero album. A seguire l'alternative rock di "Bread Of Shame" con tanto di buon lavoro alla chitarra e basso ma con un motivetto che convince ma non troppo. Il primo brano lento è "A Thousand Faces", che vuole rimandare ai singoli degli anni '90 che tanto hanno reso celebre il gruppo specie in USA, il risultato è soddisfacente fino al punto di far malinconicamente ricordare gli esordi. Il brano più melodico del disco è senza dubbio "Rain", commerciale si ma non scadente. Che Stapp abbia sempre avuto un debole per le melodie per cosi dire 'scontate' l'ho personalmente intuito da un pezzo come "My Sacrifice" del 2001, ma i risultati ottenuti, anche grazie al supporto di una voce doppia e robusta, sono positivi. Sulla falsariga di "Rain" anche la buona "Away In Silence", marchiata da un ispirato arpeggio in apertura e in chiusura di Tremonti.
Dopo un paio di buoni pezzi di riempimento quali "Fear" e "On My Sleev ", spiccano la title-track "Full Circle" e soprattutto la stupenda "Time" ho davvero poco da aggiungere rispetto a ciò che è stato già detto su una precedente recensione su DeBaser circa il presente disco, di seguito un estratto scritto dal de-recensore "Tiamazzo": " ...sicuramente la migliore dell’album. Magari esagero, ma una così la potevano scrive gli Zeppelin 20 anni fa. Tremonti nell’ interludio ci regala uno dei migliori arpeggi della sua carriera, Stapp un testo intenso e delle linee vocali che ti rimangono sulla pelle. Una canzone matura, sofferta, lancinante, cupa, carica d’emozione. Continuo a non spiegarmi perché Tremonti non abbia inserito un assolo dei suoi, che avrebbe reso il pezzo una vera gemma, di quelle che metti nelle compilation “best rock ballads ever”. Una chance veramente gettata per una canzone che non verrà apprezzata abbastanza... " non posso che condividere a pieno questa affermazione, un ballad a mio parere straordinaria come poche. A chiudere il disco l'aggressività di "Good Fight" e l'arrangiata "The Song You Sing", non da disprezzare, ma forse tra gli episodi meno convincenti del disco.
Per concludere credo che col presente "Full Circle" i Creed abbiano non solo riacceso i ricordi dei vecchi fans, ma si siano fatti conoscere anche alle nuove generazioni, magari scetticamente incuriosite da quella che per il loro punto di vista, potrebbe essere l'altra faccia della medaglia Alter Bridge. Tra presente, tanto passato e un incerto futuro, "Full Circle" accontenta e ricorda a tutti, come tutto ha avuto inizio.
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