Reunion dei Creed?! Cacchio speriamo di no... E invece... 2009, i Creed tornano sulla scena, tour + nuovo album. E chi se l'aspettava? Nessuno. Ma ci sperava la WindUp, che dopo aver tirato su qualche soldino con un inutilissimo Greatest Hits 7 anni fa, è riuscita ora a far tornare assieme tutti 4 i musicisti degli inizi... Gli inizi significa 1996... L'altro millennio... I die-hard fans che stravedevano per i Creed al tempo ora hanno famiglia (come i musicisti stessi, de resto). E allora che motivo c'era di rimettere in piedi 'sto ambaradan?! Mah... vai a sapere... Probabilmente tra "un sacco di soldi" e "dimostrare ancora al mondo che siamo cool e facciamo ottima musica" la verità sta nel mezzo... Così succede che Stapp (voce) e Tremonti (chitarra), cuore dei Creed, dopo le discordie del passato, i progetti musicali divergenti, si rimettano in moto, e ci presentino pure un nuovo album: Full Circle. E com'è? Decente.
Pensavo ad un aggettivo più appropriato, più ficcante, ma direi che possiamo stare contenti che il risultato non sia indecente, impudico, solo un pretesto per un tour e un po' di soldi portati a casa. "Decente" possiamo concederglielo... Lo stile si allontana un po' dal "preconfezionato", "patinato" lavoro precedente ("Weathered", 2001), permette a Tremonti di far sentire qualche assolo, a Philipps di picchiare un po' sulla batteria. Ma non si va troppo lontano. La struttura di tutti i pezzi è classica, la voce di Stapp sempre quella, piattina, e Marshall al basso non improvvisa certo funambolismi.
Dodici pezzi, un’oretta di rock che alterna momenti più hard ("Fear", "Bread of Shame", "Overcome") ad altri più melassosi ("Away in Silence" o "Rain", quest’ultima tanto commerciale da provare ribrezzo… ). Poi ci sono quelle canzoncine che hanno ben poco da dire, come "Suddendly" o "Good Fight", che ti aspetteresti da una band di 20enni che devono riempire un CD, non da navigati quasi 40enni con 15 inverni di carriera (o forse è proprio questo che li ha un po’ svuotati?).
Il successo che ebbero 10 anni fa era dovuto principalmente agli ormoni delle 15enni degli anni 90 per la spavalderia e tracotanza di Stapp, e per il mix diretto ed efficace delle riff potenti di Tremonti e dei chorus da accendino. Full Circle non è riuscito ha ricreare quel “magic”. Sarà che le 15enni di adesso strisciano dietro a Tokio Hotel e aberrazioni simili? Ma non può essere solo quello…
Sarebbe ingiusto però non riconoscere ai nuovi Creed due belle sorprese: la prima è "On My Sleeve", rock ballad semplice, diretta, chorus azzeccato, retrogusto epico anni novanta, con gli archi (finti, vabbè) d’accompagnamento… Ma la chicca è "Time": sicuramente la migliore dell’album. Magari esagero, ma una così la potevano scrive gli Zeppelin 20 anni fa. Tremonti nell’interludio ci regala uno dei migliori arpeggi della sua carriera, Stapp un testo intenso e delle linee vocali che ti rimangono sulla pelle. Una canzone matura, sofferta, lancinante, cupa, carica d’emozione. Continuo a non spiegarmi perché Tremonti non abbia inserito un assolo dei suoi, che avrebbe reso il pezzo una vera gemma, di quelle che metti nelle compilation “best rock ballads ever”. Una chance veramente gettata per una canzone che non verrà apprezzata abbastanza…
Insomma, i Creed son tornati, dicono che sono “here to stay”… Nessuno glielo aveva chiesto, a dir la verità… Però per ora non si stanno comportando male… Speriamo che se proprio dovranno proseguire, che provino ad innovarsi un po’ di più, ad osare, ed a curare fino in fondo i pezzi. Un disco decente è ok, ma due diverrebbero una rottura di balle…
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