Per chi è un buon estimatore della musica estrema, i nomi di Woptime, Skruigners e Cripple Bastards non avranno bisogno di presentazioni.
Ebbene i tre gruppi sono stati riuniti dalla Tube Records (etichetta producente gli Skruigners) per un live festival al Babylonia di Ponderano il 21 marzo del 2005. Dalla serata è stato tratto un cd, un vero must per gli amanti dell'hardcore. L'ascolto del disco, a volume discreto, darà l'impressione di trovarsi nel bel mezzo di una tempesta e venire sballottolati su e giù senza pietà.
Si inizia con i Woptime, band torinese più giovane rispetto alle altre due, che ci propone un hardcore macchiato di metal e oi! senza alcuna raffinatezza musicale e verbale: violenza allo stato puro. Le chitarre sono possenti e grezze, la batteria è il solito mulinare di rullate, ritmi tirati all'impossibile e raddoppi di cassa da brivido. Ma l'arma vincente dei Woptime è il loro cantante, Saverio "Iena" Sgaramella, autore di testi crudi e feroci cantati, (anzi spesso parlati od urlati) con una violenza estrema amplificata dal suo timbro vocale, un ruggito gutturale ed animalesco pauroso. Nessuna pecca, la scaletta della band torinese scorre via raggiungendo il massimo in pezzi come "Giustizia", "Fuoco", "Inferno sulla Terra", "Dove sei" e nel pezzo di chiusura, che ripropone il riff iniziale dell'album "Inferno Sulla Terra".
Poi tocca agli Skruigners, che con un elevato tasso di violenza sonora vantano più precisione e immediatezza dei Woptime. "Streghe" è forse il pezzo migliore contenuto nel disco, puro stile Skruigners, basso e batteria a mille, chitarre chirurgiche e voce roca e crudele, marchio di fabbrica degli Skruigners. Tanto di cappello al buon Carlame, batterista della band (e unico membro originario) che fa la sua figura dietro piatti e tamburi. Prestazione de brivido, non c'è bisogno di commenti per pezzi come "Cosa vi Aspettate", "A mani vuote", "Piombo e neve", "Rispetto", "200701" e, ovviamente "Pezzi bui".
I Cripple Bastards fanno dell'estremo la propria bandiera, con una musica non propriamente hardcore, ma grind-core con tendenze hc-punk. I loro pezzi durano, nel migliore dei casi, due minuti, ma spesso non raggiungono neanche un minuto. Sono scheggie impazzite dalla furia pazzesca, che non rimangono ben impresse nella mente ma che danno uno scossone fortissimo. Ancora una volta il batterista si supera, mentre Giulio The Bastard, cantante, alterna growling a urlato puramente hc. La chitarra, che spesso è un continuo grattare accordi sparati, ogni tanto ricama riff pregevoli dalla cattiveria spietata. Rimangono comunque grandiosi pezzi come "Il sentimento non è amore", "1974", "Odio a prima vista", "Get out and Bite them", "Italia di merda".
In conclusione, si tratta di un disco che non presenta alcuna innovazione musicale, nè proposte particolari, senza virtuosismi, senza fronzoli, soltanto impregnato di rabbia, rabbia sincera, non rabbia smerciabile al pubblico che la richiede come target. Non c'è ricercatezza nei testi che sono violenti e senza compromessi, racconti di esperienze in prima persona a diretto contatto con i problemi del vivere in una società come questa. Si sente la presenza del cupo, dei bassifondi, delle periferie, del degrado nelle note delle tre band, il cui approccio senza compromessi e la sincerità e coerenza unita alla capacità di suonare veloci, duri e malvagi, è sicuramente degno di nota.
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