Il Murder Pop non esiste, almeno non come termine tecnico o etichetta di genere musicale. Non esiste una pagina Wikipedia dedicata né una definizione formale. Le ricerche sul web confermano questa assenza, sebbene il termine appaia, credo con un pizzico di ironia, nel profilo Instagram dei Crippling Alcoholism e come nome di un gruppo synth-pop di Philadelphia. Alcuni post su Bluesky e album su Bandcamp utilizzano l'etichetta, ma con un'accezione che mi sembra più propagandistica che sostanziale.
Ma se esistesse, cosa sarebbe il Murder Pop? Potremmo definirlo come un insieme di canzoni che trattano temi macabri – morte, omicidio, violenza, follia, soprannaturale – con l'orecchiabilità tipica del pop. In altre parole, un'ibridazione tra la narrazione delle murder ballads e gli arrangiamenti catchy del pop.
Idealmente, questa combinazione creerebbe un'atmosfera cupa e inquietante, esplorando le emozioni oscure e i comportamenti devianti di personaggi tormentati attraverso immagini sonore e testuali..
E dopo questa fantasiosa ricostruzione, sgancio la bomba: "With Love From A Padded Room" potrebbe rappresentare l’archetipo di questo genere fantasma.
Tony Castrato e Danny Sher, rispettivamente cantante e batterista, erano talmente insoddisfatti dal jazz che non concedeva più la catrsi che cercavano, da provare a ritrovarla nel Mathcore, grazie al quale si incontrano durante un mini-tour delle rispettive band a NYC. Un incontro, benedetto dal diavolo, che è stato il punto di partenza di un sodalizio creativo che, al secondo tentativo, ha trovato la formula perfetta per un capolavoro di grazia e malevolenza.
Ovvero un concept album ambientato in una prigione immaginaria dove ogni canzone racconta l'inferno personale di un detenuto.
L’ambientazione comune è una soluzione piuttosto efficace per unire storie diverse (si va dall’abuso di droghe fino agli omicidi su commissione, passando per l’odio per se stessi ed il satanismo) con il filo conduttore di una garrota, sul quale la band di Boston inanella, come fossero delle perline di un macabro rosario, una fila di gocce di sangue scuro e coagulato.
Il risultato è un’album con un’aura così tenebrosa che neanche a mettere insieme gli Swans, i Type 0 Negative ed una Mercoledì Addams di cattivo umore.
I testi danno l’impressione di essere stati scritti in preda ad un attacco di limpida follia, di quelli che afferrano l’essenza della negatività per poi distillarla in inchiostro.
Eppure stanno benissimo con l’orecchiabilità paralizzante di questo disco. Si amalgamano con le sue vibrazioni oscure per invitare l’ascoltatore ad immergersi nelle storie e comprenderne l’essenza, in un esercizio di empatia.
Certo, potreste considerare il Murder Pop una forzatura. In parte, avete ragione. È più che altro una suggestione, un'ombra che si allunga su certe canzoni ed alla quale ho cercato di dare una forma più definita. Alla fine, più che un nome ciò che conta è quella sensazione, quel brivido lungo la schiena che ci dà la certezza di aver trovato qualcosa di speciale.
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