Essere una delle migliori band di...c he genere fanno questi? Nessun suggerimento? Eppure non è difficile dai.. siamo pieni di definizioni del cazzo oggi come oggi, pronte per l'uso di (due punti) scrittoriscaffalistidellafnacrecensorimusicistiaddettiailavorinerd... allora scegliete qualcosa che stia nel mezzo di... che so... del noise più putrido, di certo sludge e di un bell'hardcore dalle metriche storte e ci siamo... comunque dicevo... essere una delle migliori band di (inserire il genere) mai apparse sulla scena musicale e passare sufficientemente inosservati deve essere una gran rottura di cazzo, e lasciare alla storia solo 3 dischi, nonostante siano tutti e 3 dei gran dischi, è un dispiacere piuttosto notevole. In attesa di un progetto che probabilmente non partirà mai, o magari no, assieme al maritino di Karyn Crisis, un certo Davide Tiso (Ephel Duath.. qualcuno ricorda? anche questi una bella fine mi hanno detto.. ma ne parlerò in un'altra recensione, o al bar), recensiamo questo splendido ultimo lascito.
Quando ho ascoltato per la prima volta "Like Sheep Led To Slaughter" ho pensato che avrei ascoltato solo quello per 3 mesi almeno, e forse è proprio quello che è accaduto. Karyn è veramente la regina di questo modo di cantarsela allegramente, dando quanto più fiato possibile a quel minuscolo torace che si ritrova, facendo della sua gola un vero e proprio inferno, lamette arrugginite dalla bocca signori! L'opening "Waking The Dead" è un dedalo di tempi dispari e vocalizi bastardissimi, che si tuffa nel deserto afghano, che tesse con maestria il signor Afzal Nasiruddeen, che cn la sua sei corde non da spazio al respiro, all'aria buona, è solo tutto sepolto sotto lo smog newyorkese. E' come ascoltare una versione fangomerdadoloresangue dei Meshuggah, in quanto a ritmiche spezzate, che finiscono perraddrizzarsi sulla vostra faccia, è il caso di "A Graveyard For Bitches", dove le urla scendono in cantina, e la lordura diventa follia, disperata e stronza. Melodie mediorientali accompagnate da sitar intrisi di magico malanno mentale si fanno strada nel disco ("Nomad"), fino ad impervie melodie lancinanti, recluse da millenni in catacombe nello spazio e da cui bramano di uscire ("Exit Catacombs"), una vocina flebile flebile che diventa l'urlo di una squinternata allucinante, in preda a folli visioni distruttive. Il suono di questo disco è così asciutto che vi sembrerà d'esservi mangiati della rovente sabbia desertica!
Miss Crisis ci ha dimostrato di essere la più eclettica e folle signorina del metal, nulla a che vedere con le sterilità vocali di Angela Gossow, e nemmeno con le seppur convincenti prove di Otep Shamaya, un gioiello opaco, cattivo e imbastardito. Speriamo in un ritorno in gran stile. Per il momento godetevi questo rasoio arrugginito.
Carico i commenti... con calma