“I Crisis sono stati, a detta di molti che di musica se ne intendono, uno dei più grandi gruppi estremi dei nineties (sic)[… ] consiglio di procurarti [… ] "The Hollowing", che è un signor disco(sic)[… ]” (discussione su forum italiano). In realtà, la genialità di questa band è alquanto discutibile, pur proponendo un tipo di sound che si stacca dai consueti canoni hard-core metal. I Crisis sono ultra-underground, sono influenzatissimi dal death-metal, possiedono discrete idee (su tutte: “Mechanical Man” , “Fires Of Sorrow” , “Kingdom’ s End” , “Sleeping The Wicked” , “Discipline Of Degradation” ), e riescono a spaziare su diversi generi, anche apparentemente incompatibili tra di loro. Verrebbe da pensare ai System Of A Down, ma qui non ci sono i vocalizzi isterici di Serj Tankian e le relative ritmiche convulse: piuttosto, c’ è la voce della tamarrissima cantante (tecnicamente dotata, capace di alternare parti clean angeliche ad urla nevrasteniche), su una ritmica che più piatta non si può. Fastidiosa in particolare una certa cadenza doomish, veramente noiosa e poco coinvolgente, e pezzi allungati fino al suicidio dell’ ascoltatore. Chiarissima, tra l’ altro, l’ influenza dei Soundgarden prima maniera (come in “Vision And The Verity” ), dei Black Sabbath e di alcuni lavori dei Nirvana – e fin qui, è cosa buona e giusta.
Totalmente anti-oriecchiabili, per comprenderli basta considerare l’ attitudine a disgustare dei Cannibal Corpse e togliere la tecnica mostruosa dei suoi componenti. Un punk-hardcore death-oriented, che richiama spesso e volentieri (magari involontariamente) il sound “ nu-metal” , apprezzabile ad essere buoni, abbastanza mediocre nel complesso. In alcuni rari momenti si grida quasi al miracolo, in tutti gli altri i nostri sembrano la versione incazzata degli Eurythmics. Il loro sound è caratterizzato da un basso ultra compresso, accordato su tonalità più basse dell’ inferno, capace di arpeggini introduttivi abbastanza ripetitivi. Poi abbiamo una chitarra scialba ed anonima (detestabile il fatto che vada quasi sempre all'unisono col basso), ed una batteria che sembra programmata per uccidere (in tutti i sensi). La cantante è l’ unica ad essere al di sopra delle righe, ma non risalta come dovrebbe, ovviamente. A finire di infastidire, assolo scontati che più non si può, un riff fotocopia che sembra ripetersi in ogni pezzo, ed effetti elettronici sparsi qua e là veramente inutili.
Va bene essere acidi e corrosivi, va bene suonare ed inventarsi un genere (questo sì), ma qui siamo lontani anni luce dal capolavoro. Poi, ovviamente, si tratta di scelte artistiche, magari discutibili, magari impopolari: alcuni artisti fanno mezz’ ora di brano con un solo accordo, e non per questo ci sentiamo di considerarli degli zappatori. I Crisis non credo che lo siano, tutto sommato, solo che andrebbe cambiato qualcosa nell'impostazione. Forse vanno ascoltati diverse volte per essere capiti: io l’ ho fatto, e le considerazioni sono quelle che avete letto. Potrebbero piacervi, ripeto, non è follia. Buon ascolto...
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