IL PIANO-LESS TRIO DI ARCELLI per un jazz contemporaneo di grande spessore

Per questo disco sono importanti alcuni richiami. Il titolo innanzitutto, ripreso dal romanzo fantascientifico di Stanislaw Lem e citato in almeno tre brani. E poi l’inconsueta formazione scelta da Arcelli, quella del trio piano-less, cioè sax alto, contrabbasso e batteria i cui precedenti di riferimento, Ornette Coleman e Lee Konitz, vengono espressamente richiamati nel libretto accompagnatorio.

Un confronto impegnativo che il buon Arcelli affronta senza timore riuscendo a trasformare “i ricordi” di quelle altrui esperienze apparentemente divergenti tra loro nella propria testimonianza sonora contemporanea. I rimandi all’uno e all’altro (ad esempio: «Thanks For Your Kind Attention» più bluesy e sanguigna per Ornette e invece «Artificial Florist» o anche «R» - più algide e intellettuali - per Konitz) si rincorrono e si sovrappongono senza conflitti per tutto il disco regalandoci un’opera complessivamente coerente e ben costruita, senza virtuosismi né inutili dispersioni.

Onore al merito di Arcelli che, in assenza del tradizionale sostegno armonico del pianoforte, deve di necessità giocarsela sempre da protagonista con grande finezza interpretativa. E onore anche agli altri due partner: Stefano Senni, contrabbasso e il giovane Bernardo Guerra, batteria, che garantiscono un drive costante e duttile sia nei brani ballad che in quelli più stressati e improvvisati, peraltro tutti a firma di Arcelli. Il mio pezzo preferito: la intensa «S» lenta e introspettiva con tutti i musicisti in bella evidenza. Produzione di Roberto Lioli (molto Bollani e Rava nel suo carnet).

La grafica è sobria e ben le si addice l’edizione del CD in cartoncino. L’illustrazione volutamente naif della copertina (a firma di Emiliano Ponzi) rimanda candidamente ai dischi volanti e pazienza se questi non c’entrano molto con il libro di Lem, e a sua volta cosa c’entri la sua Solaris con la musica di Arcelli non saprei dirlo: privilegio dell’artista. A noi resta il piacere dell’ascolto per un’opera di grande spessore e maturità

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