Scrivo dopo aver assistito a una data dal vivo di questo "ragazzo", ormai parecchio adulto. Per qualità delle esecuzioni strumentali, empatia generata nel pubblico, atmosfera creata e cura dei suoni, colloco lo show nella top 20 dei concerti cui ho assistito (ormai sfioro i 300).
Quella sera, dopo mezzora di applausi e bis, Cristiano si è trovato a doverci regalare brani non previsti, improvvisando da solo; il pubblico, tutto in piedi, non ne voleva sapere di farlo andare via.
Il cd, secondo della serie, fatica (come il primo) a rendere il giusto merito all'atmosfera che mi ha avvolto in quella sera d'estate, ma le orecchie più esperte sapranno subito cogliere che la qualità delle esecuzioni è assolutamente sopra la media. Primo fra tutti, inarrivabile strumentista, spicca proprio l'ottimo Cristiano, che sfodera una confidenza con cinque o sei strumenti più che sufficiente a far passare la voglia di suonare a chiunque si sia mai cimentato con la nobile arte. Chitarra, piano, bouzouki e, soprattutto, violino, per lui pari sono. Pollice in su, tra gli altri, anche al giovane chitarrista, davvero di livello.
Le canzoni non hanno bisogno di introduzioni o commenti particolari, perché fanno parte della nostra cultura. Mi limito a sottolineare unicamente il buon gusto con cui le tracce sono state ri-arrangiate e rese più moderne, facendo salve le intenzioni originali, che pochi come Cristiano De Andrè conoscono intimamente. Straordinaria la versione di "Un Giudice" e da brividi quella di "Crueza de ma".
Chiudendo gli occhi, chi ha avuto la fortuna di farsi accompagnare negli anni dalla magia delle versioni originali, non può che sorridere al pensiero di come la natura sia bizzarra, dato che permette, a distanza di 40 anni, di ascoltare una voce che sembra quella di allora, di godere delle vibrazioni della musica e delle liriche di un artista eccezionale, che appare rinato nel corpo, nello spirito e nell'anima di quel ragazzone un po' timido che, seduto in mezzo al palco, confrontandosi con quei brani immensi, si emoziona come e più del pubblico.
Tra le 12 tracce il nome di Cristiano, come autore, appare solo in "cose che dimentico" e, solo dal vivo, in "dietro la porta". Al di là di ciò, consiglio a chiunque di lasciarsi rapire dalla magia di questo viaggio offerto dallo straordinario polistrumentista genovese, che merita e stramerita tutti gli applausi che io e gli altri gli abbiamo tributato.
Per ora basti questo... quando scoprirò chi è l'autore di quei brani meravigliosi, ve lo farò sapere...
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