Italia, ultima decade del ventesimo secolo.
Il ragazzino chiese al padre di inserire di nuovo quella musicassetta consumata nell?autoradio. Conosceva a memoria quelle canzoni, adorava i cartoni animati. Anni dopo, avrebbe ripensato con un po? di magone ai cartoni di allora, mentre le nuove generazioni imitavano improbabili guerrieri mignon con la goccia al naso o piccole e sgraziate sirene canterine in possesso di poteri perlopiù risibili.
Il padre esaudì il suo piccolo desiderio; la vettura si riempì di nuovo degli acerbi guaiti di ?Bim Bum Bam? e della bella voce di quella-che-cantava-le-sigle. Il ragazzino si mise a cantare con la piccola sorella.
Casa mia, 11 settembre 2007
Il ragazzino di allora sta battendo queste ingenue parole alla tastiera di un computer, le note di ?Man Erg? ora e chissà cosa a breve a tenergli compagnia, da allora è passata tanta acqua sotto ai ponti e tanta merda dentro all?acqua. Cartoni non ne guarda più, certo non solo per mancanza di tempo.
Non si capacita infatti del fatto che chi ha provato a seguire un mistero della pietra azzurra - peraltro senza capirci un cazzo - possa provare lo stesso interesse per un rospo ? peraltro brutto ? o per le sghembe vicende ? peraltro ampiamente censurate (non che Geordie non lo fosse, sia chiaro) ? di ragazzine tutte uguali e tutte complessate. Non vede come un uomo che ai tempi ha gioito e sofferto con Romeo ed i suoi spicchi di cielo tra baffi di fumo possa appassionarsi alle vicende di uno squinternato detective lattante. Vede però che ogni riferimento ad amici e parenti è puramente casuale.
Troppo drastico, direte voi. Troppo esagerato, direte voi. Certo, avete ragione. Vero è però che egli ha adorato la sua infanzia, e questo anche per i cartoni che l?hanno accompagnata. Nulla, sia chiaro, vuole togliere a ragazzini magari più svegli, seppur troppo spesso ignari: loro discutono se convenga o no cambiare sim, lui alla loro età - sporco di palta ed ororante di stalla - decideva con i cugini se era meglio giocare nascondino od a mosca cieca. Altri tempi, eppure solo dieci, forse dodici, anni fa.Vero è che non cambierebbe mai Heidi o Pollyanna per un bulbasaur o per un pur raro Mew; vero è che la Stella della Senna si mangiava in un boccone le ragazzine stecche che sbavano per allenatori falliti di Digimon, assurdi giocatori di carte-pallide-copie-di-Magic o schizzati ragazzini ai tornei di trottole (il che è già tutto dire); vero è che i gemelli del destino sì che erano appassionanti, altro che i pseudo-psicodrammi di ?Hunter hunter?; vero è che anche i Simpson hanno rotto le palle, ormai; vero è soprattutto che Sailor Iupiter o, perché no, Nami Aiase erano assai più fighe di Nami-la-tettona di ?One piece?.
Italia, ultima decade del ventesimo secolo.
Il viaggio di ritorno verso casa proseguiva; le sigle ? ?Una spada per Lady Oscar?, ?Kiss me Licia? e ?Niente paura, c?è Alfred? giusto per dirne tre - erano quelle di Fivelandia 8, ma per Stefano non avrebbe fatto differenza sentirne altre; e comunque l?importante era sapere di far felice un bravo ragazzo, pensavano i genitori sui sedili anteriori. Anni dopo avrebbero gioito a constatare che, in fondo, lui era ancora tale, solo un po? più cresciuto.
Dedicato a mia sorella, tesoro della mia vita.
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