Il rock al "femminile" oggi in Italia?

Sicuramente negli ultimi anni le signore del rock italiano (nel senso più ampio del termine) sono: la sorprendente Nada, convertitasi al rock solo a partire dagli anni '90, con eccellenti dischi e collaborazioni con personaggi del calibro di Cesare Basile, John Parish, Howe Gelb e Massimo Zamboni; la bravissima, ma molto cantautoriale, Lalli e la sensuale Cristina Donà; discorso a parte merita, a mio parere, Carmen Consoli, interessante (sempre meno) ma non all'altezza delle sovracitate "rivali".

Cristina Donà esordisce nel 1997 con "Tregua", album prodotto per la Mescal da Manuel Agnelli, e si fa subito notare per la sua voce seducente e delicata, per i suoi pezzi, che devono molto alle cantautrici rock d'oltremanica e d'oltreoceano, a metà tra la grinta di P.J. Harvey e la dolcezza di Suzanne Vega, duri e sensuali, diretti ed emozionanti.

Bellissimo è anche il secondo album della cantautrice, "Nido", del 1999, album più intimistico e ricercato, ma non meno carismatico ed intenso, impreziosito da un ospite di eccezione nel brano "Goccia": Robert Wyatt, da sempre suo grande ammiratore e in contatto con l'ambiente musicale italiano dai tempi del tributo offertogli, grazie al C.P.I., da vari musicisti nostrani, tra cui anche la Donà (Wyatt ricambia con una bellissima versione di "Del Mondo" dei C.S.I.).

Atmosfere stravaganti ("Nido"), dolci, delicate, sottili e sognanti, ma anche solari ("L'ultima giornata di sole") e stranianti dominano l'album, difficile da qualificare e definire ma molto suggestivo, raffinato e brillante: canzone d'autore e melodia mescolata a rock, sperimentazione e sregolatezza, con un tocco di antico che rende il tutto magico...

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