Un rischio da niente. S'è presa un rischio di quelli grossi grossi.

In fila indiana tutte le "divine" della canzone, soprattutto quelle orientate al jazz, hanno ceduto alla tentazione dell'album "essenziale", "acustico".

Risultato: donne gongolanti che fanno l'amore col microfono in preda al delirio di onnipotenza provocatogli dal fatto che non ci sono strumenti a "fare a gara" con la loro voce, dando sfogo ai peggiori narcisismi.
Brave, per carità.... ma passo la mano.

E la Cri'? Ero scettico all'idea.

Ebbene, ne è uscita come una fuoriclasse. Con la sua solita "umiltà sicura" è diventata parte integrante di una serie di arrangiamenti in cui ci si puo' solo perdere...
E quindi abbiamo una "Piccola faccia" che strizza l'occhio un po' a Nick Drake un po a Crosby Stills Nash & Young; una "Aridità dell'aria" che manco Joni Mitchell; una "Goccia" che pare uscita da "Meddle" dei Pink Floyd; dei "Salti nell'aria" che trasformano Bjork e il cabaret in un trattatello semiprog di armonia classica. C'è spazio addirittura per il ripescaggio di una hit degli anni ottanta a firma Terence Trent d'Arby (chi se lo ricorda?), "Sign your name".
E via discorrendo, di trovata in trovata, fino alla conclusiva "Universo", che la potresti fare con le cornamuse a tempo di mazurka e sempre bella sarebbe.

Unica nota negativa (perchè c'è): ho trovato stucchevole il duetto col Sangiorgi. Prevedibile e assurdamente monocorde. Domanda: c'è proprio bisogno di piangere e singhiozzare come Cappuccetto Rosso nel bosco anche in una canzone leggera e consolatoria come "Settembre"? Che c'entra quell'interpretazione?
Sfodera il solito trucchetto vocale di sempre (quel saltino in falsetto), e i soliti vibrati disperati, che però appaiono qui clamorosamente fuori contesto. Quasi una parodia; Crozza o Fiorello lo avrebbero fatto esattamente cosi'. Ma va assolto; d'altronde la "colpa" è solo della Donà, che ci aveva viziati con le partecipazioni del Signor Robert Wyatt. E non è certo colpa del "negramaro" Giuliano se la natura lo ha messo in un differente gradino...

In definitiva: il massimo del risultato con il minimo dei mezzi a disposizione. Niente male, davvero niente male...

Carico i commenti...  con calma