“Io credo nei miracoli che la gente può fare”.

È con questa frase positiva e speranzosa che si apre l’ultimo album di Cristina Donà. Proprio in questo periodo in cui l’Italia é, a causa della sua classe politica, in una situazione di emergenza, Cristina Donà sembra volerci ricordare che si può ancora sperare nei miracoli e nell’amore. È da “La quinta stagione” che la cantautrice ha abbandonato i suoni più duri e cupi, per dar spazio a suoni più morbidi e sperimentare nuove strade, e anche in “Torno a casa a piedi” troviamo questa caratteristica. Questo é un album in cui si possono riscontrare due tendenze musicali: dei pezzi allegri, intrisi di positività e di testi energetici (“Miracoli”, “In un soffio”, “Aquilone”, “Giapponese”) e grandi ballate, il cui tema principale é l’amore (“Un esercito di alberi”, “Torno a casa a piedi”, “Più forte del fuoco”). L’album funziona che é una meraviglia e Cristina riesce, con il suo talento innato e la maestria acquisita in anni di carriera, a trovare un equilibrio che rende l’album godibile dal primo all’ultimo istante.

Difficile trovare pezzi deboli, tutte le canzoni hanno un senso, tutti i suoni sono ben calibrati e i testi affrontano le diverse tematiche in maniera profonda e mai banale. Per gusto e parere di chi scrive, “In un soffio” (un pezzo atipico per la Donà, che utilizza molti dei canoni della grande tradizione del cantautorato italiano, con il suo ritmo allegro e spensierato), “Più forte del fuoco” (canzone riflessiva sull’amore e sulla sua grandezza capace di superare tutto e tutti) e “Torno a casa a piedi” (altra ballata in cui si descrive una storia difficile che molto probabilmente non sopravviverà alla banalità della routine quotidiana).

Insomma, questo è un album in cui la Donà raggiunge picchi di classe e profondità mai raggiunti prima. La stessa cantante ha spiegato che questo disco nasce dalla necessità di abbandonare i ritmi frenetici della vita odierna (ben rappresentati dal ritmo della stralunata “Giapponese [l’arte di arrivare a fine mese]") per ritornare a vivere una vita che abbia ancora un senso. E sono proprio album del genere che ci fanno capire, quanto la musica possa ancora avere senso anche ai tempi di I-Tunes e dei cantanti costruiti a tavolino nei talent-show.

Nota del recensore: felicissimo di aver postato, dopo anni passati a spulciare questo sito da cima a fondo, la mia prima recensione.

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