Pur essendo stati il decennio della mia infanzia e prima adolescenza, il ricordarli non mi provoca alcun moto nostalgico, tantomeno sentimenti legati ad un ipotetico "ritorno all'infanzia". Le immagini sparse che affiorano sono le seguenti: i bambini di merda con l’accento milanese nelle pubblicità Mattel, Bonolis su Bim Bum Bam, il Drive-In e le sue mignotte (nonche progenitrici delle odierne veline), Jerry Calà e Massimo Boldi, i risvolti sui pantaloni, le Timberland e tutte le marche del cazzo, Craxi, Spadolini, Capanna, e molto altro. Superfluo dire che, a conti fatti, la mia è una generalizzazione quasi stereotipica, non esistendo un decennio “migliore” di un altro.
Spostando l’obiettivo in campo musicale, ho ancora maggiori problemi. Pur ammettendo la validità di molti filoni musicali nati negli ’80, rimango tuttora tramortito dall’altro lato della medaglia: la rivalutazione di molto pattume ben evidente al tempo già per un bambino di 11 anni. Kajagoogoo, Rick Hastley, Spandau Ballet, e altre robacce insomma. Rivalutazione i cui danni saranno ben evidenti a breve, quando vi propineranno il nuovo super gruppo lo-fi ultra underground che si ispira nientepopodimenoche agli Snap. E allora il mondo finirà, ma questa è un’altra storia.
Aspettando tale Apocalisse programmata, ho deciso di provare ad approcciarmi anche io alla materia “revival ‘80” con le dovute cautele. Dopo 4/5 tentativi a vuoto, ascolti di cui ricordo appena i nomi, mi sono imbattuto nei Crocodiles, duo di San Diego, che invece di fare surf o folk noise come d’uso nella zona, sembrano i Suicide che suonano come Jesus & Mary Chain. La cosa che ancor più mi stupisce, è come riesca a sopportare (quasi a farmi piacere direi) la batteria, “quella batteria” anni ’80 tutta riverbero che percorre “I Wanna Kill”.
Media qualitativa a mio avviso alta, canzoni dall’ appeal immediato, coi pro e contro del caso: l’incedere dopato e la chiusa in loop di “Flash Of Light”, le nenie stile Spacemen 3 di “Here Comes The Sky” e “Sleeping With The Lord”, il pop con le borchie del singolo “Neon Jesus” e la pop song sbilenca perfetta ossia “Soft Skull (In My Room)”
Sconsigliato a tutti quelli che abbiano una minima conoscenza dei secondi ’80, shoegaze compreso. Ossia oramai tutti meno che il sottoscritto (che difatti apprezza).
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