I CRTVTR, anche noti come Cartavetro, sono un gruppo alternative rock proveniente da Genova. Potrei parlarvi del loro EP d'esordio "We Need Time" in cui vi era la colaborazoine di Mike Watt dei Minuteman (ed ora dei The Stooges) e dove dietro il buon alternative rock in salsa british si potevano già notare i picchi di originalità e di voglia di sperimentare che poi verranno pienamente soddisfatti in questo ultimo album. Potrei parlarvi del tour che stanno per intraprendere in cina, su cui gireranno un video diario, ma preferisco parlarvi solo dell'album. "Here it comes, Tramontane"
Vengo a conoscenza di questo gruppo quasi per caso, dopo mesi passati a raschiare il fondo di ogni sito musicale, in cerca di qualcosa di nuovo, di originale, mi imbatto nei CRTVTR. Colpito dal loro nome, che sembra un codice fiscale, mi metto all'ascolto del loro ultimo lavoro. Il disco comincia con "Workers" e si rimane subito impressionati, il brano si apre con una lungo intro a cappella, per poi entrare nel vivo con l'arrivo della batteria che picchia forte e della graffiante chitarra. Il suono è ruvido e distorto, il ritmo continua a cambiare lasciandoti spaesato anche con alcune scelte decisamente inaspettate. Il brano è finito, sono passati più di sette minuti, e tu nenache te ne sei accorto, cosa è appena successo? cosa ho appena scoltato?
Neanche il tempo di rifletttere sulla bellezza del brano appena sentito che parte la seconda traccia, "The Rental". La batteria in apertura ricorda i ritmi tribali delle tribù africane, in sottofondo un urlo costante, sopra, cori ripetitivi, ed in primo piano un basso corposo che la fa da padrone. I ritmi continuano a variare di nuovo, sorprendendoti ogni volta, fino alla fine, quando compare Mike Watts in un emozionante reading che chiude la canzone.
Sono stati altri 7 minuti di ottima muscia, di originalità e di idee coraggiose, beh, il bello sarà finito qui, d'altronde questi sono anche i due brani che girano per la rete, il resto dell'album si assesterà su canzoni ripetitive e noiose e l'eccessiva l'unghezza dei brani lo renderà insostenibile. CAZZATE! Il brano seguente "Three Kids in the Woods" è il più lungo dell'opera (oltre 8 minuti) ed anche il migliore. Lo stile è ancora quello dei brani precedenti, cambi di ritmo, cori ripetitivi e ipnotici, suono duro, graffiante e utilizzo dosato dell'elettronica, ma questa volta la qualità tocca vette ancora più alte.
Ok, ora ho capito qual'è la ricetta delle canzoni, non riusciranno più a sorprendermi, ed invece ecco che accade ancora, con la quarta traccia "Piano Piano", la traccia che non ti aspetti, sorprendentemente allegra e che quando finisci di ascoltarla ti lascia con uno strano sorrisetto stampato in volto. Segue Lazarus altra bellissima traccia, sostenuta nella parte iniziale da una orecchiabile melodia disegnata dalla chitarra elettrica e che più volte ti inganna facendoti credere che il brano sia giunto alla conclusione, per poi invece riprendere ancora più energicamente.
La penultima traccia è "Cathode Ray Tube Video Tape Recorder" la traccia più energica dell'album in cui l'unico testo è composto dalla ripetizione ossessiva del titolo, mentre sotto gli strumenti costruisco un intricato sottofondo sonoro che ti accompagna fino alla fine senza mai annoiare. Ok, siamo giunti all'ultima traccia, ho sentito rock, psichedelia, brani malinconici, incazzati, allegri, reading, distorsioni, elettronica, cori a cappella e molto altro, non manca più niente, per me il disco si potrebbe chiudere qui, non c'è più nulla da aggiungere. Invece manca ancora qualcosa, una lenta ballad rockeggiante ed eccoci accontentati con il brano "In a Box" che ci accompagna dolcemente e lentamente alla fine del disco chiudendosi però con urla isteriche e schizzofreniche, giusto per sorprenderci ancora un ultima volta.
L'album è finito, spengo lo stereo e vado a dormire soddisfatto, chiudo gli occhi, domani farò l'unica cosa possibile da fare, dopo aver ricevuto una tale sacra perla musicale, farò quello che spetta ad ogni buon messia, spargerò il verbo. Capolavoro!
Carico i commenti... con calma