I Cruachan nascono agli albori degli anni 90' in Irlanda su idea di Keith Fay, il leader, l'Alessandro del Piero della situazione, un vero innovatore del Folk Metal, e probabilmente l'inventore del Celtic Metal, uno dei suoi sottogeneri, combo di musica celtica (lo stesso Keith Fay è cantante e suonatore, assieme agli altri elementi della band, di vari strumenti folk come flauti, bouzouki, bodhràn e mandolini) ed Heavy/Death metal.
Il disco d'esordio, Tuatha Na Gael (1995) è sicuramente molto positivo e ben accolto dalla critica ma le influenze celtiche, sono scarse e spesso soffocate dal Black Metal (salvo in alcuni episodi, come la canzone Brian Boru, da brividi!!!) e per questo motivo non riesco ad apprezzare pienamente questo album. Il lavoro che invece mi entusiasma di più è "Folk-Lore", il terzo prodotto degli irlandesi, dove le atmosfere si fanno più leggere, evocative e rilassanti, anche per merito del nuovo acquisto della band, ovvero la cantante Karen Gilligan, che fornisce un po' di dolcezza alle composizioni. "Folk-lore" presenta comunque anche molte sezioni metalliche, nelle quali i riff vanno dal Black ad un puro Heavy, che avrebbe potuto suonare un Tommy Iommy leggermente incazzato.
I bardi irlandesi iniziano il loro lavoro cantando una delle più grandi stragi dell'irlanda: il Bloody Sunday (Domenica di sangue per chi non mastica l'inglese). Nel tragico giorno del 30 gennaio 1972, in una manifestazione pacifica persero la vita 13 civili, attaccati dall'esercito britannico. Molti testimoni che non presero parte agli incidenti, compresi alcuni giornalisti, affermarono che i manifestanti colpiti erano disarmati. Al giorno d'oggi si devono ancora prendere seri provvedimenti giudiziari per archiviare il caso, compiendo quindi la giusta giustizia (cosa assai astratta la giustizia purtroppo). A differenza di molti colleghi folkettari-metallari, i Cruachan si dimostrano quindi non solamente legati alle solite, insulse, pallose e banali tematiche (w la guerra, le spade, il sangue, la gloria nei secoli la birra e i nostri mitici ed eroici antenati) ma si rendono anche fautori di veri e propri brani di denuncia sociale.
Il disco continua, con tracce mai noiose scontate e banali ma molto varie ed interessanti. Tra le canzoni migliori segnalo i due rifacimenti di canzoni tradizionali irlandesi: The Rocky Road To Dublin e Spancil Hill. I due pezzi anche se reinterpretati in chiave metal, riescono a mantenere la carica, l'allegria e l'irrefrenabile voglia di muovere il culo che riescono a dare le fenomenali ballate irlandesi agli ascoltatori (se volete ascoltarvi un altro rifacimento di tradizione irlandese in stile Cruachan, consiglio a tutti Some Say The Devil Is Dead, presente nell'album "Pagan"). I veri capolavori del disco sono però altri brani, come la commovente Susie Moran, la rilassante, evocativa e allo stesso tempo energica Death Of A Gael e soprattutto la straordinaria Ride On. L'esordio del pezzo è affidato al flauto. Dopo un breve assolo si sovrappongo alla melodia di base un gradevole arpeggio acustico, un triste violino, la batteria dell'ottimo Joe Farrel, e il canto di Karen Gillan. L'apice emotivo del brano e di tutto l'album si ha con l'eccellente coro, duetto tra la voce femminile e quella maschile:
Ride on, see you, I could never go with you
No matter how I wanted to.
Riassumendo si può dire tranquillamente che "Folk-Lore" è uno dei dischi più freschi, originali, coinvolgenti e meglio riusciti del movimento Folk-Metal, e può quindi tranquillamente essere apprezzato da tutti, anche da ascoltari che non amano particolarmente il genere. Consiglio quindi di acquistare il cd, oppure scaricarlo dal mulo, o se proprio proprio cercare qualcosa sul tubo (se mio nonno potesse leggere una frase del genere credo penserebbe subito di rinchiudermi in qualche manicomio).
Con questo mi sembra di aver detto tutto, vi ringrazio del tempo che mi avete dedicato e a dio piacendo arrivederci a domani.
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