In un canzone dei suoi Bluvertigo Morgan sosteneva che sì la bravura ma il jazz non faceva che aumentare il suo mal di testa. Quello che invece dico io, che non ho la possibilità però d'inciderlo su disco, è che voglio più jazz da "malditesta" come quello di Cuong Vu e meno gentaglia come Morgan. Detto questo dico altro. Cuong Vu è vietnamita d'origine ma assume ben presto il dna di Seattle/Washington e del jazz americano, abbracciando lo studio della tromba proprio in questo ambiente. E quindi non è per niente strano comprendere il suo approccio alla musica. Cuong ha una filosofia che andrebbe adottata non solo dai moderni jazzisti, ma anche dai musicisti più, o meno, radicali all around the world.

Perchè? Semplice, lui non sopporta la chiusura mentale, propria di certi ambienti del jazz, e se ne guarda bene dal finirci dentro. Ascolta di tutto e più di tutto ama il pop, il rock e la classica, cerca di svincolarsi dalla musica che suona, e di immergersi in altri ambienti, distanti, ma che rendono il suo metodo di approccio alla cosa molto più interessante, innovativo e particolare. Quale miglior compagno di disco, allora, se non il buon vecchio Bill Frisell, ad ampliare la formazione che più preferisce il leader Vu?

Il disco si apre proprio, con la title track, su un vellutato tappeto di suoni intelaiati dalla sei corde di Frisell, melodie scarne che costruiscono momenti elettrogeni, accompagnati da percussioni metalliche che si trasformano presto in un groove, decostruzione che diventa vera e propria creazione di melodia, si unisce anche il basso elettrico di Stomu Takeishi e ovviamente la tromba del Nostro, e l'atmosfera che si va a costruire è pop all'ennesima potenza, che cresce fino a diventare qualcos'altro, echi di King Crimson nella chitarra e magniloquenza ed epicità nel fraseggio di tromba.

"Expression Of A Neurotic Impulse" è proprio il titolo giusto per questo pezzo, singhiozzi nervosissimi di tromba saltellano su di un'altrettanto nervosa sessione ritmica, fino a far partire un pezzo diretto e spedito, inframezzato da fraseggi chitarra tromba distorta l limite della psichedelia. Le distorsioni impazzite ritornano su "Brittle, Like Twigs", dall'intro ritmicamente e "distortivamente" """noiserock""", fino alla "strofa" in cui il trio tromba-basso-batteria, da il meglio di sè, sfornando sezioni cicliche e incalzanti, si palesa tutta la potenza di Takeishi, e Frisell interviene in reverse contrappuntando ritmica e melodia.

Il finale è lasciato agli echi elettronici e quasi post-rock di "Blur", dove si raggiunge l'apice della dualità Vu-Frisell, in melodie liquide appoggiate ad un basso che pare più un contrabasso suonato con un archetto, un mare infinito, grigio, e silenzioso.

Splendido.

 

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