"Nature Unveiled", il tenebroso capolavoro dei Current 93, emerge come un infernale mosaico di orrori neotestamentari, un sotterraneo sonoro che ruggisce come il lamento impenetrabile di antichi demoni, evocati da un recesso oscuro. David Tibet, l'ombra dietro questo rituale sonoro, si erge come un devoto dell'ignoto, uno gnostico che adora le sette esiliate dalla Chiesa nei secoli primordiali dell'era cristiana.

Questa sinfonia maledetta potrebbe essere il grido perfetto per un racconto lovecraftiano, un'epopea di terrore che si snoda attraverso canti gregoriani distorti, lamenti provenienti dagli abissi insondabili, mentre rumori industriali discordanti martellano come il battito di un cuore demoniaco. Ringhi infernali e la voce stridente di Tibet proclamano la morte di "Maldoror", un presagio oscuro tratto dagli abissi del surrealismo di Lautréamont.

L'album, diviso in due tracce come un'immersione negli inferi, dove la manipolazione del nastro allunga le voci in gemiti che risuonano come invocazioni disperate. Sembrano le voci di schiavi mentre stanno per essere flagellati dal carnefice dell'Inquisizione.

Temi cristiani si ripresentano in modo ossessivo, con il titolo del primo lato evocativo del Golgota, luogo di crocifissione di Cristo. "Nature Unveiled", sebbene distante dai successivi lavori folk dei Current 93, propaga atmosfere inquietanti, immergendo l'ascoltatore in una realtà dove l'Apocalisse è una presenza tangibile, pronta a scatenare l'inferno tra i vivi. David Tibet sembra il Grande Inquisitore con le sue urla acute che sembrano letteralmente un incubo allucinante. Basta uno sguardo alla copertina interna per far gelare il sangue nelle vene.

Dopo il culmine dell'album, le voci si dissolvono, lasciando spazio a lamenti lontani e sirene sempre più urgenti, presagi di un destino ineluttabile. Poi, con repentinità, tutto si placa, e la visione della fine dei giorni si completa nel silenzio oscuro di un'eternità disturbante, dove le ombre dell'ignoto avvolgono il mondo in una notte eterna.


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