Troppo presto dimenticati, i londinesi Curve occupano senza dubbio un ruolo di rilievo nel panorama musicale degli anni novanta.

Il progetto nasce nel 1990 dal sodalizio artistico tra la carismatica cantante Toni Halliday, e il chitarrista-bassista-programmatore-polistrumentista Dean Garcia, già insieme sugli State Of Play. Due anni dopo daranno alle stampe quello che diverrà il loro capolavoro, (ed aggiungerei anche l'unico episodio degno di nota del loro corso), "Doppelgänger" (Anxious Music 1992), che tra gli altri vedeva l'apporto di due pezzi grossi della produzione inglese, quali Flood (già a lavoro con Depeche Mode, Nick Cave, Pj Harvey, Goldfrapp, The Jesus and Mary Chain), e mister Alan Moulder (My Bloody Valentine, Nine Inch Nails, The Cure, Ride), che assicurano un sound particolarmente sofisticato, e soluzioni molto ricercate in produzione.

Chiaramente con queste premesse non poteva che uscirne fuori un signor lavoro : e Doppelgänger infatti, oltre a tale particolarità, ha il pregio di suonare inverosibilmente attuale anche a distanza di ben 18 anni. L'innovativo stile messo in mostra, ben presto verrà ripreso e rimodellato da altri artisti, (ricordiamo ad esempio i Garbage, da sempre bersaglio di controversie con la band britannica, rei di aver preso in prestito alcune loro idee), [idee che a dover di cronaca, si presentano leggermente solo sull'omonimo debutto]. Toni e Dean, non mancheranno comunque di spendere buone parole per la band, in particolare verso la mente Butch Vig, visti anche i buoni rapporti che legavano le due realtà, (curioso l'aneddoto che vuole lo storico produttore dei Sonic Youth, e di dischi quali Nevermind e Siamese Dream, aver contattato proprio Toni, per proporle il ruolo di cantante che spetterà poi a Shirley Manson). Difficile poi non accostare quest'ultima alla Halliday, visto e considerato il timbro similissimo, altro fattore che contribuirà non poco al costante paragone, entrambi voci tecnicamente non dotatissime, ma ugualmente capaci di sprigionare sensualità e intensità a iosa, particolari che sebbene più presenti sulla rossa scozzese, non mancano di certo alla voce dei Curve.

"Doppelgänger" si presenta quindi come un lavoro ben fatto, e -nella sua varietà- straordinariamente omogeneo, dominato da ritmiche pesanti ed ossessive ("Wish Your Dead"), e dagli ariosi vocalizzi di Toni ("Lillies Dying"), che ben si sposano con la soffice e vellutata atmosfera dark ("Sandpit"), e le chitarre stratificate e distorte di Garcia, a formare una sorta di muro sonoro tipicamente Shoegaze ("Split Into Fractions"), mai troppo iperbolizzato, ma parecchio efficace quando tirato in ballo.

Il risultato è un suggestivo mix tra Rock, Elettronica, Industrial, Shoegazing e Sinth Pop, dove i lovelessiani "wall of sound" di matrice My Bloody Valentine (la splendida "Horror Head", ricorda non poco Only Shallow), incontrano le texture noise dei The Jesus And Mary Chain, e le eteree melodie dream pop dei Cocteau Twins ("Ice That Melts The Tips"), questi ultimi evidenti ispiratori dei nostri, in particolare della cantante, che più di una volta si prende la briga di scomodare la Fraser, con risultati chiaramente al di sotto delle aspettative. Elettronica in quantità invece su "Clipped", e sul singolo "Fait Accompli", tra i momenti massimi dell'album.

La suadente voce della Halliday, che nelfrattempo si è fatta più che apprezzare sull'onirica "Think & Act", si dimostra parecchio versatile anche quando su "Already Yours", con le sue contaminazioni eighties, si trova ad alternare momenti angelici e riflessivi, sostenuti da chili di riverberi, ad altri ammiccanti e perversi quando l'accompagnamento si fa più duro, complici riff rocciosi, e feedback ridondanti. A conferma di ciò riesce a convincere anche su territori industrial-goth, come la possente titletrack "Doppelganger".  

Alla ricchezza di cotanto album, non seguirà il dovuto successo, e i Curve, dopo svariati tira e molla, e temporanei scioglimenti, cadranno in un baratro di mediocrità assai prevedibile, e a nulla serviranno i discontinui successori, che rimangono regolarmente anni luce distanti dal folgorante esordio : più industrial ed introspettivo Cuckoo; elettronicamente ancor più esasperato, con pezzi alla Prodigy e molto goticume, Come Clean; molto trip hop il deludente Gift. Il duo si scioglierà definitivamente nel 2005, la Halliday proseguirà con qualche spauracchio solista e featuring non certo memorabili (leggasi The Killers), Dean si getterà invece su interessanti lavori mirati verso l'electrogoth già intrapreso in curviana sede, (tra cui si segnala l'ottimo progetto The Secret Meeting).

Da riscoprire.

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