Era il 9 marzo del 1992.

Dopo 3 memorabili EP ed un grande singolo usciva il primo disco dei Curve, forse leggermente al di sotto delle aspettative, ma un disco che meritava un'attenzione particolare. I Garbage non esistevano e "Achtung Baby" degli U2 stava diffondendo alle masse quell'onda di pop tecnologico e/o industriale che già era partita con i Young Gods e con la pietra miliare dei Primal Scream, "Screamadelica".

Il secondo disco dei Curve, "Cuckoo" del 1993 già aveva perso quella prorompenza che li aveva collocati di diritto tra i gruppi cult.

Dopo un lungo silenzio e dopo che il seme da loro lanciato in campi arati aveva prodotto coltivazioni di nuovi gruppi che li scopiazzavano, quali i già citati Garbage, ritornavano con un disco controverso, "Come Clean" del 1998. Piaciuto a molti "addetti ai lavori", utilizzato in spot pubblicitari e colonne sonore di film di supereroi ("X-men", più tardi anche "Spiderman"), veniva quasi ignorato dal pubblico, malgrado svariati spunti originali.

Poi, di nascosto, usciva "Gift" (2000), un disco riservato al mercato americano, poi pubblicato anche in Europa. Un disco paurosamente insignificante.

Questo era ieri.

Oggi, 11 anni dopo l'esordio, esce questo disco "The New Adventures Of Curve", acquistabile solo On Line tramite il sito linkato sopra. Al primo ascolto si rimane davvero perplessi.
Complessivamente "suona un pò più elettronico". Si sentono i MIDI in tutta la loro artificialità. Ma i colpi di genio degli anni che furono sono davvero lontani. Malgrado la mano di Alan Moulder che fece grande gli Smashing Pumpkins di "Mellon Collie ..." e "The Fragile" dei Nine Inch Nails.

La migliore canzone del CD è sicuramente la traccia numero 2, "Till The Cows Come Home", con un bel riff di chitarra sul ritornello che dice:

Cos I knew they would
Cos I knew they could
So don't go letting me down
No don't go letting me down

Mi piacciono molto anche "Star" e "Sinner" e la canzone numero 9 che chiude il disco, "Joy" che ricorda i New Order nel sound e nello scandire ripetutamente:

Looking back on my life
Joy
where's my joy
Smile
where's my smile
...

Complessivamente il disco supera il suono cupo delle ultime realizzazioni. Dean Garcia ha lavorato più sugli "alti", tralasciando la grande profondità che li aveva caratterizzati. Toni Halliday sussurra la sezione vocale in un vortice di suoni elettronici abilmente remixati da Alan Moulder. Manca qualcosa. Probabilmente qualche idea.
Incompleto.

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