Qui non si parla solo di musica!
Qui si parla di arte, di linguaggio e di continuità dello stesso e di come la materia muta nel tempo al di là dei generi e delle classificazioni.
Parlare dei Cynic non è facile ed io stesso in passato ho frainteso un loro lavoro ritornando a distanza di qualche anno sui miei passi.
Attendevo da tempo questa uscita e con piacere affermo che ad oggi, i Cynic, rappresentano una realtà solida e monumentale capace, per l'ennesima volta, di regalarci un capolavoro.
Un capolavoro che in quanto tale, ha bisogno di tempo per farsi apprezzare, per farsi capire, per farsi inquadrare, al fine di comunicare che non è più il Techno/Death a fare da parametro, bensì il prog, quello più ontologico.
I Cynic oggi, sono una realtà ontologica, quasi tautologica perché non fanno più riferimento ad un genere ma fanno riferimento esclusivamente a loro stessi, merito di un Masvidal che a mio modesto avviso porta avanti una ricerca spirituale, ascetica, cosmica, completamente trasposta in musica, grazie anche ad un Reinert fantastico ed ad un altrettanto Malone.
Questo album mi fa capire che la musica si fa anche con lo spirito, bè, non saranno i primi ad averlo fatto ma lo hanno fatto in maniera superlativa, trascendentale, senza tralasciare oltretutto, la perizia tecnica.
"Kindly Bent to Free Us" è il terzo capitolo di una storia che parla della materia e della psiche ma soprattutto della realtà, volendoci comunicare che nulla o tutto può rimanere invariato ma può comunque essere se stesso mantenendo i tratti di una personalità definita ed ingombrante volta a sottolineare perennemente ma con garbo, la propria esistenza.
Inutile soffermarmi su ogni singola traccia; l'aspetto metronomico ha subito un rallentamento a favore di una componente atmosferica sensazionale e preponderante, il tutto comunque, coadiuvato da una tecnica sopraffina.
Una perfetta registrazione rende omaggio ad ogni singolo strumento relegando nell'ombra il nulla più totale.
Spettacolo!
Carico i commenti... con calma