Bene, rieccoci! Il secondo disco del duo dance più famoso in Francia. Ed è tutta un'altra musica! Sì, perché al contrario di "Homework", questo disco di 61 minuti risulta meno fisico e più sentimentale. Insomma, parliamoci chiaro, non c'entra proprio un cavolo con il primo lavoro! Dopo 4 anni i due robot hanno deciso di cambiare musica inventandosi una propria morte artistica: eh già! Proprio così, morti carbonizzati nel proprio studio di registrazione nel 09/09/1999. Resuscitando hanno cambiato stile creando un album pop-house, che risultando con il passare del tempo è diventato un altro capolavoro.
Ma ora analizziamo più da vicino le 14 tracce in questione. Prima di tutto è doveroso dire che tra le mani il disco risulta scarno come il precedente: nome del duo in copertina come il precedente e un libretto apribile con i testi (e che testi! Finalmente ben strutturati al contrario delle solite quattro parole).
Questo concept-album si apre subito con il loro primo singolo "One More Time", che a mio avviso sembra essere l'unica nota stonata perchè troppo casareccia e diretta (la solita bomba che apre le danze e alla fine stufa!). Il resto invece è fin troppo bello: la risposta migliore per descrivere i sentimenti che legano l'uomo alla macchina.
"Aerodynamic" è già memorabile sin dall'apertura con le famose campane alla "Back In Black". Uno scaravento all'orecchio di chitarra virtuosa con fase di stallo nel mezzo di tastiere futuristiche! Poi arrivano le due canzoni più significative dell'album: "Digital Love" e "Harder Better Faster Stronger". Queste due tracce simboleggiano nel miglior modo possibile l'amore uomo/macchina da me prima narrato. La prima è la ballad per eccellenza di tutta la loro carriera arricchita dalla famosa esplosione finale di energia dance/love e la seconda rappresenta la ribellione delle macchine. E proprio qui c'è il domandone: chitarra vera o falsa? Boh! Comunque sia sentitela e risentitela perchè è bestialmente disco!Arrivati fino a qui ci troviamo nella fase più dance dell'album, con "Crescendolls", "Nightvision" (stacchetto di pausa), "Superheroes" e "High Life". Il messaggio evocativo di queste 4 tracce è quasi nullo ma l'approccio con il mondo dell'house è pur sempre magistrale. E ora la seconda canzone d'amore dell'album: "Something About Us". Bella dal cuore tenero e dal facile ascolto! Dedicata ai più teneroni.
Chiusa questa parentesi pare che tutto si stia trasformando: sembra che la fase d'amore si stia chiudendo per dare spazio a qualcosa di molto sperimentale, forse la parte più interessante dell'intero album. Già, la fase spaziale! Con "Voyager" e "Veridis Quo" si apre una fase relax! Da gustare appieno! Si riaprono le danze con "Short Circuit" e "Face To Face": possiamo chiamarle bizzarre ma almeno con l'ultima rientra il cantato! Eh già, a proposito! Il cantato in questa ultima fase è a ritmo hip hop al contrario della prima dove tutto ha un'altra faccia più sentimentale. Quindi possiamo notare una doppia verità da parte degli artisti. "Too Long"? Troppo lunga! Ma centra alla grande la conclusione di questo straordinario disco.
Allora! Concludendo, i nostri eroi ce l'hanno fatta pur mostrando un'altra faccia della loro musica e qui i lampi di genio si sentono eccome. Più lavorato rispetto all'osannato "Homework", "Discovery" rappresenta un altro punto fondamentale della loro carriera. Interessante ma vivace allo stesso tempo per chi vuole avvicinarsi al mondo del French Touch, poi se vogliamo mettere altri 2 milioni e mezzo di copie vendute e un film tutto animato giapponese costato milioni di dollari tutto si fa sbalorditivo.
Ora anche i robot hanno un'anima! Viva i Daft Punk!
Carico i commenti... con calma