Dali's Car è stato un progetto di collaborazione musicale durato lo spazio di un album ("The Wakin Hour" datato 1984. La collaborazione in questione era tra Peter Murphy, cantante della band mito dei "Bauhaus" (nei Dali's Car ritrovato sempre alla voce) e Mick Karn, anch'esso entrato nel mito musicale della New Wave avanguardista grazie al suo eccellente lavoro di bassista nei "Japan" (nei Dali's Car riveste la figura di polistrumentista).
Come anticipato quindi, due pezzi grossi della corrente musicale più "underground" e raffinata del post-punk danno alle stampe un curioso disco composto da 7 tracce, legate da alcuni fili comuni: l'ormai consolidato (e leggendario) fretless del basso di Karn, le numerose parti d'atmosfera, in cui si mischiano motivetti e arrangiamenti tipicamente "world music" (una caratteristica a cui Karn ha sempre abituato il suo pubblico) e la calda e melodrammatica voce di quella mutevole maschera che è Murphy.
Ogni singola traccia inoltre è fortemente pervasa da un forte senso onirico e di "grottesco". In particolar modo la copertina del LP descrive questo determinato stato d'animo (essa ritrae due statue ingessate intente a svegliarsi, immerse in un'atmosfera neoclassica con, sullo sfondo, un lago immerso nelle montagne).
L'introduzione efficace quanto immediata è costituita dal duo "Dali's Car" e "His Box", che hanno l'oneroso compito di immergere l'ascoltatore, per gradi, di livello in livello, al sogno che risponde alle parole recitate con grande enfasi da Peter Murphy. Qui Karn, come fu anche in "Titles" (il suo primo album solista) , da estrema prova di sé e del suo eclettismo fornendosi come polistrumentista, non solo bassista. Si notano subito legni in gran quantità, percussioni elettroniche e sintetizzatori sapientemente collocati.
Nonostante "The Waking Hour" sia indubbiamente un lavoro figlio del suo tempo, ancora oggi si avverte molto meno (o meglio) invecchiato rispetto a tanti suoi contemporanei. Anche in questo si può ritrovare l'eccellente qualità e lungimiranza della curiosa "formula Karn" , dedita a una saggia miscelazione di classe di generi come elettronica, sperimentalismo, qualche cenno di pop, residui di scuola New Wave (che ebbe modo di apprendere e rendere propri nella scuola dei "Japan" , scioltisi due anni prima) , atmosfere e riff tipicamente di derivazione etnica (specialmente asiatica).
Peter Murphy invece trova occasione per mettere alla prova la sua già ben collaudata genialità e prestanza sul palcoscenico, attraverso versi e cadenze tipicamente di derivazione teatrale, utili all'onirismo che avvolge l'album.
Onirismo che raggiunge i suoi vertici nella parte centrale, o "notturna", dell'album, costituita da una fase rem in "Cornwall Stone" e una conclusione tipicamente "lasciata in sospeso" o comunque slegata da qualsiasi schema-canzone che è anche la prima traccia del lato B, "Create And Melt". In mezzo tra le due il momento più isterico, ipnotico e grottesco, inglobato nello strumentale "Artemis", a mio avviso picco più alto per quanto riguarda il basso, qui magnifico e imperante come non se ne sentono spesso. Il picco d'insieme vero e proprio invece a mio avviso è da ritrovarsi in "Moonlight", summa totale del lavoro dei Dali's Car. Da un lato la poliedricità di Karn, che crea sovrapposizioni strumentali e orchestrali uniche nel loro genere e dall'altro lato un Murphy sicuro e saldo.
La conclusione è affidata a "The Judgement Is The Mirror" , traccia che brilla per un testo molto originale, anche se per il resto rappresenta il momento a mio avviso più noioso. Fu tra le altre cose l'unico singolo estratto per la promozione dell'album (che comunque, dal punto di vista delle vendite, ebbe una pessima performance) di cui esiste anche un curioso videoclip.
Concepito in due momenti diversi (Karn componeva in un momento separato da solo e poi Murphy, per conto suo, aggiungeva la parte vocale) "The Waking Hour" rappresenta ad oggi la prima e unica tappa del curioso progetto Dali's Car, un lavoro di indubbia qualità che sfortunatamente non è facile da trovare in giro (anche se esiste una ristampa in CD) . Consigliatissimo a chi ha amato la sintesi dei Japan e la New Wave più "dionisiaca" dei Bauhaus , "The Waking Hour" è una rara chicca che non sfigura mai. Specie se inserita in un contesto di diffusa mediocrità come gli anni '80.
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