I Dama sono un progetto musicale nato dall'incontro tra la cantautrice Barbara Schera Vanoli e il batterista Pierfrancesco Tarantino, che, con l'aiuto del chitarrista Cristian Comizzoli, il bassista Roberto Gelli ed il tastierista Danilo Di Lorenzo, riescono a produrre e a comporre il loro EP d'esordio contenente 5 splendidi brani. La foga stilistica e compositiva del quintetto italico viaggia fondamentalmente sulla scia del metal al femminile, manifestandosi attraverso un'accurata produzione ed un'evidente professionalità in un'escursione di pregiata malinconia celata tra testi pregni di passionalità e ricercatezza. Un viaggio immerso in orizzonti lontani, in bilico tra romanticismo e frenesia, descrive un percorso che rimane sospeso sull'incantevole soglia tra poesia ed anima, trasmettendo sensazioni ricoperte da una coltre mistica e ricche di pathos raffinato.

Sin dalle prime battute di "Regina D'Inverno" saltano all'occhio la maturità, la bellezza e l'eleganza immerse nel sound dei Dama, sonorità che rimangono in bilico tra pop-rock e metal, dimostrando solide radici nella grammatica di note dalle tinte gotiche ed arcane. Aulica e raffinata è la seguente "Ombre", la punta di diamante dell'intero EP, che defluisce con eleganza in una sorta di languida danza, esaltando l'anima dell'ascoltatore in un sogno invaso da un'inesauribile letizia. Una melodia che colpisce e si concentra soprattutto sulle linee-guida del metal più pregiato. "Aprile" è la canzone che compone il capitolo successivo, un dolce e malinconico brano ricco di armonia, un suono che coltiva e vagheggia in silenzio, spogliato della sua arcana solitudine e fregiato dal nobile tocco della cantautrice Barbara, che decora e dipinge tasti emotivi che sanno di malinconia, di beatitudine... La poeticità romantica delle liriche, che contribuiscono a rendere questo lavoro un'opera straordinaria, non fa che ribadire la leggiadra sensibilità della cantante.

"Eliot" e "Your Winter" (quest'ultima è la versione inglese di "Regina D'Inverno") rappresentano il connubio tra armonia e dolcezza; sono ballate suggestive che chiudono in maniera convincente quello che, a mio avviso, è un demo raro e oggigiorno difficile da eguagliare. Profondo, ammaliante, ben prodotto e, soprattutto, dotato di una raffinatezza unica, in quanto i testi sono per la maggiore scritti in lingua madre. Dunque, onore e rispetto a questa band che ha saputo cogliere nel segno, errante come l'acerba passione che si tinge d'eleganza, accarezzandoti letteralmente l'anima e rendendoti schiavo del suo romanticismo.

Mi auguro, a questo punto, che i Dama possano raccogliere il maggior numero di consensi possibile da parte del pubblico, e che la loro arte possa (come è accaduto nel caso del sottoscritto) penetrare nei cuori di chi la musica ama ascoltarla con il cuore.

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