Caracas, colina de Bello Monte nella mia residencia preferita, 5 luglio 2010, ore 14.00. I due sbirri all'ingresso del lussuoso isolato hanno i baffoni e una divisa color sabbia. Raggi di sole perpendicolari sbattono sulla piattaforma della bianca torretta sulla quale stazionano vigili, producendo giochi di rifrazione una volta che imbeccano i loro ray ban a specchio. Pistole carichissime nei cinturoni. Sono loro che fanno entrare la roba mentre i colleghi lungo tutto il perimetro di confine della residencia, in cui vivono solo coppie giovani di amici e single poliglotti, controllano che ad avvicinarsi siano le persone giuste. Io sto sul lettino steso sotto l'ombrellone posizionato sul cotto italiano al bordo di una piscina tutta curve. Tutta curve è la creola che mi guarda dall'acqua color celeste elettrico. Sorride, ha le labbra grosse, a forma di cuore. In un mano ho una canna di mota, nell'altra un long island ice tea e sul naso poggiano occhiali rotondi senza montatura intorno alle lenti, naturalmente a specchio. In testa un cappellone di paglia a falde larghe.

Accanto c'è la mia ragazza, stesa di pancia. Muove la testa al ritmo di musica. La creola non è sola, c'è gente strafatta che sguazza, schizza, si struscia. Un topless abbondante più in là, dove fuma un'altra canna. Il tavolino di cristallo con le rotelle che ho accanto ha la superficie bagnata da ghiacci che si sciolgono, gocce di alcolici delle bottiglie accanto ed è sporco di briciole di mota cadute dal sacchetto. Pulirò quella superficie perché mi serve. Poi un tuffo e un morso sulla schiena alla creola. L'americano biondo riccioluto capelli fino al culo si tuffa di pancia. La mia ragazza sta sempre là. Uno alza il volume proprio mentre sento un furgoncino dall'esterno. Un cenno con il braccio alla guardia sulla torretta. Risponde sorridendo che è ok. Esco dalla piscina, percorro il prato verde e mi affaccio con lo sguardo proteso oltre la siepe. Caracas bruciata dal sole è stupenda. Mi volto. Qualcuno fa headbanging scherzosamente. L'hostess d'aereo torna dal cancello principale. Ha fatto Caracas - Miami - Caracas e ora torna al suo piso con il comandante americano che ha già una mano ben stretta tra i glutei. Sono sotto l'ombrellone, un bacio alla mia ragazza. Poi mi stendo di nuovo. E ascoltando l'ultimo dei Danger Danger diffuso a palla dalle case del mega giardino ripenserò a quando ho scritto questa recensione.

E il bello è che tutto ciò accadrà.

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