Daniel Givens è Dj, produttore, fotografo e poeta. Nel 2000 il debutto con “Age”, caleidoscopio di umori post-moderni e disarmante bellezza: in Italia il gioiello non passò inosservato e fu disco dell’ anno per “Blow up”. Un lustro di attesa per il seguito “Dayclear & First Dark”, opera definitiva sul senso di essere nero, gay e Americano (di più: newyorkese) nella turbolenta era post-11 settembre – invero un gran casino. Come se tutto ciò fosse ovvio ne viene fuori un lungo meditare sul significato della vita (un viaggio che continua: il suo) e della morte (un viaggio al termine: quello di un amico d’infanzia).
Concepito in uno studio del Bronx con Fred Ones (uno che ha lavorato con Mike Ladd), “Dayclear & First Dark” si giova della presenza dei migliori talenti della scena, dal vocalist Ihu Anyanwu al violoncello di Semay Wu al sassofono di Matana Roberts (Burnt Sugar, Sticks & Stones). Magari a voi non diranno niente ma mi sto informando come si deve e allora fidatevi che prima che m’informassi ne sapevo meno di voi.
Per chi ha necessità di definire i suoi piaceri Daniel suona un collage perfetto di jazz raffinato, pop squadrato, elettronica glaciale in un’enorme anima soul. Per chi ha necessità di avere certezze Daniel ha prestato il talento per gente come Tricky, Tortoise, Fuortet, Anti-pop consortium, Prefuse 73, Dj Hell. Per chi non ha bisogno di nulla e si fida sulla parola Daniel è il mio artista del momento (ma proprio mio): altro non saprei aggiungere.
Per concludere potrei scrivere quello che mi pare, arrampicarmi sulle parole più efficaci e inondarvi di termini tecnici così da sembrare uno serio e invece proprio perchè scrivo quello che mi pare vi lascio una bella poesia di Daniel e vi saluto.
“Look beyond this darkness, seek, and you shall find.
At present, darkness reigns, but soon the sun shines.
The day breaks open letting us know
What dreams live inside”.
Quando sono depresso funziona meglio di qualsiasi cosa.
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