Il titolo di questo lavoro, rilasciato nel 1975 per l'etichetta Deneb ben si accosta con la situazione che l'Italia andava conoscendo da qualche anno. Un Paese a sovranità limitata che usciva dalla prima fase del terrorismo di stato per immergersi in quello che sarebbe stato Il Movimento.
Leggendo i titoli che compongono questo disco ritroveremo i luoghi simbolo e i sentimenti di quel periodo: La fabbrica e Le strade vuote da una parte, L'angoscia, L'oppressione e La noia dall'altra. La musica elaborata dalla Casa, un misto di sperimentazione, jazz industriale ed espressionismo, dipinge perfettamente i quadri che i titoli suggeriscono. L'autrice dimostra non solo talento, ma anche una grande empatia verso i problemi del tempo, cosa che conferisce ad ogni brano una dignità speciale.
Mi ha sempre impressionato il fatto che il lavoro si concluda con il brano Dittatura, quasi a volerla suggerire come l'inevitabile destino di ogni Società Malata..
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