2002 - Daniele Silvestri si piazza al quattordicesimo posto del Festival di SanRemo, accompagnato da un ballerino piuttosto curioso forse per prendere un pò in giro lo stile "Lollipop" di quell'anno, fatto stà che la critica non lo tratta come lo ha fatto il verdetto finale e la classifica ufficiale, anzi apprezza l'originalità e la sincerità di Silvestri. Daniele è sincero come il suo album che uscirà proprio in quell'anno: Unò-Duè.
La canzone portata al Festival è "Salirò", pezzo orecchiabile che apre il disco in questione. La seconda è "Il mio nemico" (attacco inconfondibile) altro singolo, questo però molto più impegnato e caratteristico del cantante romano. Ed è proprio in questi momenti che si apprezza veramente Daniele Silvestri, quando cioè lascia uscire fuori di lui questa rabbia (sempre contenuta) e questi suoi classici atteggiamenti di protesta. "La Classifica" per esempio è significativa nel suo testo, in questi pezzi si avverte l'atteggiamento ironico del cantautore e la presentazione negativistica del mondo in tutti i suoi problemi: grandi (E' più importante il sangue / o il prezzo delle armi che vendiamo?) o piccoli (Signorina che mi consiglia / il disco originale / o le quarantamila che mi piglia?). E' molto carina anche la coda del brano con una scala decrescente di una classifica, insomma che Daniele Silvestri sia un buon paroliere, questo già lo si sapeva, ma che ogni tanto stimolando la sua vena poetica riesce a scrivere pezzi come "L'Autostrada", di grande spessore poetico, non si deve assolutamente dimenticare.
Purtroppo però il disco non impressiona nella sua integrità, tutt'altro. Le altre canzoni non sono assolutamente come i pezzi sopra citati. "Sempre di Domenica" è una canzonetta da estate che passa da un'orecchio all'altro in breve tempo. "Manifesto" rende un pò dal vivo (l'ho sperimentato in prima persona) ma non è niente di nuovo. Stessa sorte per "Il colore del mondo", un brano tipico dei primi album di Silvestri, ma che incrementa la picchiata qualitativa del CD. Spiritosa è "Mi interessa" ma gli unici brani che probabilmente riescono ad attenuare la picchiata sono la ballad "Sabbia e Sandali", dolce, romantica e a più voci e la struggente "Di padre in figlio". L'album però resta meno che discreto, colpa probabilmente di canzoni un pò troppo leggerine. E poi sia chiaro, chi cerca qualcosa di interessante musicalmente al massimo può andare ad un suo concerto ma questo disco lo può anche buttare.
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