In una piovosa giornata del novembre 2011 Danilo Sacco annuncia al popolo nomade che, di lì a poco, avrebbe lasciato il gruppo in cui aveva degnamente sostituito – 18 anni prima – il grande Augusto Daolio.
Dopo sette anni e due begli album solisti (“Un altro me” e “Minoranza rumorosa” che magari un giorno recensirò) è uscito del dicembre 2018 “Gardè”, il disco, secondo me, della sua maturità.
Un lavoro che parla di storie, di sport e, perché no, di politica ma senza dare giudizi.
Come da lui dichiarato in numerose interviste, l’invito che fa agli ascoltatori è quello di informarsi, documentarsi e, alla fine, pensare con la “propria testa” cosa che, ultimamente, a molti di noi non riesce benissimo.
Un elemento che affiora, fin dai primi ascolti, è proprio come lo spirito sportivo sia l’antitesi di quello politico di oggi.
“Jesse e Lutz”, la prima canzone racconta dell’amicizia tra Jesse Owens e Carl Ludwig “Lutz” Long, nata a Berlino nel corso delle Olimpiadi del 1936 “le Olimpiadi di Hitler”. Dopo aver vinto i 100 metri, l’atleta di colore Jesse Owens si deve misurare nella prova di salto in lungo proprio contro Lutz che lo incoraggia lo consiglia e, in qualche modo, lo spinge a vincere in barba ai canoni della “razza superiore” provocando l’ira dei gerarchi nazisti.
Anche “Amico Mio” , primo singolo pubblicato, tratta di sport e amicizia: quella tra il rugbista sudafricano Joost Van Der Vesthuizen e il neozelandese Jonah Lomu. Avversari ma uniti anche, purtroppo, nella successiva malattia.
L’ultima storia sportiva è “Best” dedicata al grande calciatore George Best ed è un ritratto della sua carriera di genio e sregolatezza del calcio.
Con “New York 1911” si racconta, invece, in modo drammatico la tragedia della fabbrica Triangle avvenuta nel marzo del 1911 nella quale persero la vita 146 operai (di cui 123 erano donne), in gran parte italiani ed ebrei. La musica ricorda alcune ballate americane degli anni 70 ed il testo (per nulla di maniera) è davvero toccante.
“La Rosa Violata” è una sorta di triste ninna nanna: un papà si rivolge alla propria figlia che ha subito una violenza. La sensibilità e la delicatezza con cui l’argomento viene affrontato rendono la canzone una commovente condanna del fenomeno.
“La Lunga Strada” è il contributo di Massimo Bubola; sullo stile di “Non Ho Santi In Paradiso” (presente in “Ua Altro Me” ) o de “Il Cielo ‘Irlanda” lo vedo come un affettuoso omaggio alle rispettive carriere musicali.
“Una Nuova Babele” esalta la ricchezza contenuta nella “diversità”. Se ci pensiamo bene, l’Italiano è figlio delle ondate migratorie e delle tante popolazioni che sono passate di qui, ed è proprio a queste caratteristiche che si deve la nostra originalità; il non contaminarsi impoverisce la mente e la cultura.
“Gardè” è scritta insieme allo psichiatra calabrese Silvio D’Alessandro e dedicata al Sindaco di Riace Mimmo Lucano contesta l’ondata razzista che sempre più infesta le nostre strade con le sue paure,e i suoi luoghi comuni, le frasi fatte.
Nella sostanza si tratta di un disco le cui canzoni meriterebbero di essere fatte ascoltare nelle scuole senza alcun commento da parte degli insegnanti.
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