Un bel pugno tra capo e collo. E' più o meno questa la sensazione che sembra averci investito dopo l'ascolto curioso di "We Sweat Blood" dei canadesi Danko Jones. Il secondo ascolto, invece, è un ascolto più attento ad altre cose prettamente musicali (ad esempio chitarre, linee vocali, rullate), senza più basarsi sulla mera potenza, e lascia pienamente soddisfatti. Dal terzo invece l'ascoltatore diviene fieramente parte del trio, facendo un solitario headbanging per ognuna delle 12 canzoni dell'album in questione. Un folle matrimonio tra Ac/Dc e Kiss, con i Motorhead come testimoni. Chitarre semplici ed inviperite, voce al vetriolo, ritmiche basilari ma sostenute, basso distorto. Questo è l'Inferno al quale sua maestà Danko Jones ci ha assegnato. Il viaggio comincia con "Forget My Name", che mette subito in chiaro le cose per quanto riguarda le coordinate del disco, seguita da un'elettrizzante "Dance", canzone con uno di quei ritornelli che ritornano durante tutta la giornata nella testa dell'ascoltatore. La terza bolgia, pardon, canzone, è "I Love Living In The City", altro assalto frontale ai neuroni stradaioli dell'acquirente che nel 2003 ha la fortuna di ascoltare un disco che potrebbe essere tranquillamente uscito negli anni 80. Segue la violentissima "I Want You", forse tra le migliori dell'album. Un intro di batteria un po' più cadenzato apre "Heartbreak's A Blessing", brano più parlato e lento degli altri, mentre la solita formula torna con la seguente "Wait A Minute", chitarre stoppate e veloci, riff minimali e batteria semplice (per quanto riguarda le ritmiche) e trainante.
"Strut" si apre con un ritmo punkeggiante ed una voce alla Lemmy, che dà spazio a "Home To Hell", altra song veloce sorretta da chitarre perennemente stoppate e da una voce roca e carismatica dell'istrionico Danko. "Hot Damn Woman", altra perla del lotto, non si discosta minimamente dal background stradaiolo del power trio, ricordando molto il gruppo dei fratelli Young. Quasi satanica e direttamente da un disco dei più incazzati Motorhead "The Cross", fino alla Kissiana "Love Travel", dal ritmo sostenuto e cadenzato della sezione ritmica. Chiude questo infernale rock tour delle dantesche bolgie disegnate da Danko Jones e soci la title track, "We Sweat Blood", canzone più oscura e intimista (per quanto intimista possa essere un brano di questo disco), sorretta da un basso distorto ed una voce stridente quanto mai.

Un disco feroce e godibilissimo, di sano e semplice rock and roll, che non può non essere negli scaffali degli amanti di un certo tipo di musica, che va dai Motley Crue agli Hardcore Superstar, passando per Backyard Babies e Turbonegro. Ed allo stesso tempo, un gruppo compatto e granitico, che dal vivo fa veri e proprio sfaceli basandosi su una formazione molto basilare (chitarra, basso, batteria, voce), e su di un leader  quanto meno  "particolare". Il mo voto è di 4 stellette, enjoy it!

G. C.

Carico i commenti...  con calma