Pippo Franco: "Papà, me vonno ammazzà!", Mario Carotenuto: "... e fanno bene! Tu sei laziale, GIUDA! SBEM!", Gigi Reder: "GIUDA! SBEM!", Carotenuto: "Lassa perde er mi fijo sporco laziale!", Reder: "Ma perchè è tu fijo!?" Carotenuto: "Sì!", Reder: "Bella razza de cornuti! Cornuti sì, cornuti!...". Daje con una rissa caciarona e maccheronica che vedrà contrapposti laziali e romanisti.
Questo scambio di vedute poco urbano, protagonisti Mario Carotenuto e Gigi Reder, nella parte rispettivamente del padre e del suocero di Pippo Franco, dopo la scoperta del tifo doppiogiochista causa forza maggiore che vedrà protagonista lo stesso Franco, è una delle scene cult di questo episodio del film "L'Arbitro, il Tifoso e il Calciatore". I Canà (Lino Banfi ne "L'Allenatore nel Pallone"), i Fulgencio (Leo Gullotta in "Mezzo Destro, Mezzo Sinistro, due calciatori senza pallone"), i Cotechino (Alvaro Vitali in "Paulo Roberto Cotechino Centravanti di sfondamento"), protagonisti assoluti del pallonaro cinema trash di casa nostra degli anni '80, hanno avuto una notevole importanza sportivo-culturale nella mia formazione di tifoso; cosa che mi ha permesso di non lasciarmi affascinare da questo film spettacolare che è "Goal!", per fortuna.
Se i film dei vari Banfi & Co. erano la semplice espressione estrema della non ancora contaminata vita dell'epoca, "Goal!" invece è lo specchio reale della società e del calcio di oggi: elementi dai quali ormai non si può più prescindere in certi ambienti, come l'arrivismo, lo spettacolo, il glamour, l'ostentazione. Un calcio in cui anche un Gattuso non ci sta a fare la vita da mediano. Un Gattuso perfettamente a suo agio nelle vesti di sempliciotto duro e puro calabrese, ma che tanto masculo sex symbol fa. Cosa lecita, con i canoni odierni. Anche Banfi purtroppo è caduto nella tentazione di rivestire la sua vecchia creatura pallonara con degli abiti alla moda, cosa che ha prodotto dei risultati penosi. Avvolte è meglio vivere nei ricordi della gente, tenendosi i baffi di Nonno D'Italia, ad ogni stagione il suo, invece che dare vita ad inutili revival - por dinero - utili solo a fare generare un sentimento di pena nei confronti dei protagonisti dei fasti che furono. "Goal!" invece è il primo film di una trilogia che avrà come protagonista Santiago Munez, un ragazzo americano di origine messicana con la forte passione per il calcio. Manco fosse Hugo Sanchez. Un film dalla patina asfissiante, con un concentrato di clichè molto in voga: la favola moderna del talentuoso ragazzo ma con qualche problema di salute e che gli potrebbe precludere la carriera, cresciuto in un quartiere difficile, in aperta polemica con un padre severo non entusiasta della passione del figlio, e che alla fine "ce la fa", venendo catapultato nel calcio che conta. Restando sul calcio, già il fatto che trattasi di una americanata, infiocchettata con funanboliche giocate da Pro Evolution Soccer, dovrebbe far diffidare tutti i pallonari che si trovano da questa parte dell'Oceano. Munez (interpretato da Kuno Becker) gioca nei campetti di periferia di Los Angeles. In una di queste partite verrà notato da un ex calciatore del Newcastle, il quale proporrà al giovane di seguirlo in Inghilterra. Nunez è combattutto: da una parte la voglia di andare alla conquista della patria del Soccer (brrrr), dall'altra non vuole lasciare una famiglia già precaria (la madre lo ha abbandonato, lasciando lui, il fratello, il padre di Santiago e la nonna) con il rischio sicuro di spezzare quel poco di rapporto che ha con il padre. Munez decide comunque di andare, scappando letteralmente di casa. In Inghilterra troverà varie difficoltà: dal punto di vista ambiantale in primis, anche nella squadra riserve del Newcastle fa fatica a farsi accettare, e come se non bastasse ha una forma d'asma che in teoria gli impedirebbe di giocare a calcio, e ovviamente lui terrà allo scuro lo staff medico. In tutte queste novità per il giovane Munez, c'è posto anche per un rapporto che il ragazzo comincerà ad avere con una delle infermiere dello staff medico. Ma la vita è dura, il morale è a terra, la considerazione da parte dell'allenatore del Newcastle pressochè inesistente. Santiago meditata di tornare in America, quando dagli States arriva la notizia della morte del padre (che nel fratempo, senza dare soddisfazioni, era diventato orgoglioso di quel figlio, dopo averlo visto in tv mentre giocava), e la nonna, in uno scatto di orgoglio, consiglia al nipote di tentare ed insistere. Il nostro verrà preso sotto la sua ala da Gavin Harris, punta di diamante del Newcastle. Gavin è un tipo sprezzante, sicuro di sè, egocentrico ma innocuo, un George Best del 2000. Oltre a fare da chioccia al giovane americano, lo inserirà nel giro "che conta" a suon di party. Santiago comincia ad ingranare, e finalmente, nell'ultima giornata di Premier, si prenderà la sua bella saccoccia di soddisfazioni...
Se questo film per me è da due, il capitolo successivo è da uno. Ma l'ho voluto DeRecensire per battezzare la nuova stagione ormai alle porte, e perchè l'acquisto di un americano da parte della mia squadra, mi leva il sonno.... Alla luce anche del suo pessimo pre-campionato. Buon campionato a tutti, si ricomicia...
Ricordate: meglio un caffè al bar Forza Lupi di Carotenuto che un drink a bordopiscina nella villa di Harris... Meglio Massimo Palanca che Munez...
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