"Where eagles dare..."
Il nome Darediablo può non dirvi niente e non lo dirà.
Potrebbe essere il nome dell'ennesimo eroe incappucciato della Marvel.
Potrebbe essere la sigla dell'ultima nata in casa Lamborghini.
Potrebbe essere il nome di un meteorite sfuggito all'orbita terrestre che minaccia la Terra.
Beh allora tanto vale.... A questo punto potrebbe anche essere il nome perfetto per un power trio, che magari nasce nella Big Apple e che è tanto affascinante e ambizioso da non filarselo nessuno. Proprio così, i Darediablo sono una di quelle formazioni triangolari con il leader all' hammond e al Fender Rhodes (Matt Holford) che dalla cabina di comando pilota il duo Jake Garcia/Chad Royce rispettivamente chitarra (solo saltuariamente basso, esclusivamente filtrato tanto da sembrare anch'esso una chitarra) e batteria, tutto qui.
Avete capito bene trattasi di rock strumentale, niente cantante.
Credetemi, non serve tanta è la carne al fuoco.
Nel 2005 esce "Twenty Paces", una dozzina di tracce sature di heavy rock settantiano che accorpano parti prog e psichedeliche, (non potrebbe essere altrimenti visto la sconfinata bravura di Holford nel marchiare ogni singola canzone con il suo organo), dove il vero protagonista non è come si potrebbe immaginare la chitarra ma bensì hammond B3 e piano elettrico.
Ne risulta un suono oscuro ed epico che ti spalanca visioni ormai sepolte dalla polvere. Riff di chitarra incisivi ed imprevedibili cedono il passo ai suoni incredibili creati da Matt e dalle sue dita.Prendono forma così dodici cortometraggi (visto che la durata dei brani sfiora e spesso non arriva ai tre minuti) da proiettare su schermi di periferia di qualche drive-in fantasma caduto in disuso, al largo dalla folla affamata dei nuovi blockbuster e delle solite commedie sentimentali. Trovata la location adatta non vi resta che abbassare un poco lo schienale, alzare il volume e rilassarvi, come ho fatto io .... Si parte.
La title-track ci spara dritti nel mondo Darediablo, fatto di groove e di passaggi emozionanti, mentre con "Apache Chicken" trovano largo spazio i virtuosismi di Holford su una ritmica tiratissima che mi teletrasporta indietro di quindici anni e mi riporta alla mente i magnifici Death Organ. Siamo al cospetto di un trio veramente affiatato ne è la prova "The Bells Of Goliad" che ci farà dare uno sguardo dal finestrino per vedere se realmente non ci stiamo muovendo e che piacerà a chi mastica Motorpshycho.
I continui mutamenti all'interno dei pezzi poi non fanno altro che creare immagini distorte come se vedessimo ciò che ci circonda attraverso un fondo di bottiglia (vedi alla voce "The Papier Mache Miracle"e "The sidekick") e man a mano che andremo avanti ci verrà voglia di mettere mano alla cintura di sicurezza.In particolare "Billy Got Worse" introdotta dal tremolo rotativo Leslie ci farà perdere del tutto l'orientamento... Complici forse gli interni di velluto old style della mia Chevy...Certo non tutti possono permettersi una Camaro del '66 ma ci resta l'immaginazione e quella per ora non si paga ancora.
Dodici visioni una diversa dall'altra, ma legate tra di loro da un non so che di drammatico, dai titoli per lo più inusuali "Nife Fite On Wife Nite" e "Lonely Is The Stranger In The Rainbow Of The Still Of The Night", (a Coverdale fischierà più di un orecchio) rese grandiose dalla varietà di incastri tra chitarra, ritmiche di batteria heavy e tastiere.
Così si arriva ben presto a "French Exit" che è la loro "Exit Music For A Film" nonché la giusta chiusa a questo sali e scendi di emozioni. Mentre sfumano gli echi dell' hammond e passano veloci i titoli di coda pensi a che tipo di finale possa essere: enigmatico,misterioso, con lieto fine o meno..... E forse la risposta è da ricercare in un "Twenty Paces II". Perciò non ti resta che aspettare il seguito, se mai ci sarà.
Semplicemente un altro grande gruppo che mette d'accordo i nostalgici dei suoni vintage e delle fughe strumentali a la Deep Purple che furono, gli amanti di certo rock psichedelico ed alternativo anni ‘90 e chi come me cercava solo di ingannare il tempo in un parcheggio desolato di mezza estate.
Una locandina accartocciata e sbiadita dal sole fa capriole nel parcheggio, aiutata da uno sbuffo di vento caldo. La raccolgo e riesco a decifrare solo poche parole, in grassetto: "ONLY FOR TONIGHT" poi "Twenty Paces" a thirtyfive minutes score by Darediablo. Se siete finiti da queste parti e volete osare come quelle aquile, il commendatore vi ha già staccato un biglietto.
Che fare.....
Il parere del commendator Bossolazzi:
Cinematografici, da rassegna estiva! 4 nespole in arrivo sul terminal 1 di New York.
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