Dargen D’Amico è senza dubbio uno degli esponenti più eclettici del panorama musicale italiano, capace di spaziare da collaborazioni peculiari (Ron, Max Pezzali, Enrico Ruggeri) a quelle più attigue con il rap da classifica italiano (Fedez , Fibra, J-Ax, Marracash), per arrivare all’indie (Perturbazione, Bugo, Amari) e a esperimenti più tendenti alla dance (Crookers, Dumbblonde, Two Fingerz), senza dimenticare il progetto Macrobiotics (rielaborazioni di canzoni della tradizione italiana). Da ogni featuring emerge uno stile personalissimo, che riesce sempre a emergere anche dove la qualità della proposta non è eccelsa e che lo ha portato a distanziarsi dai cliché del genere spiazzando per liriche, metriche, rime e beat.
“Nostalgia Istantanea” è il suo disco più ostico e sperimentale e rappresenta (finora) il suo apice artistico. Formato da due tracce (la prima di 18 minuti e la seconda di 20) concepite come il lato A e il lato B di un vinile. I due brani si discostano completamente sia dalla forma canzone che da ogni luogo comune del rap, in misura addirittura maggiore a quanto fatto da D’Amico nei suoi lavori precedenti (vedi “Musica Senza Musicisti” e “Di Vizi Di Forma Virtù”). Due flussi di (in)coscienza che per stessa ammissione dell’autore sono stati composti “nei momenti che seguono e precedono di poco il sonno” e che sono stati ispirati “dalla Bibbia e dall’enciclopedia”. I temi trattati variano dalla religione a riflessioni sul linguaggio, dalla morte all’amore, dall’infanzia alla guerra, dalla società all’arte, formando un disco che analizzato in tutte le sue sfaccettature risulta concettualmente universale, il tutto senza mai apparire pretenzioso o prolisso. Onirico e ironico, ricco di metafore e giochi di parole che sfociano nella decostruzione della parola stessa, riferimenti disparati (solo per citarne alcuni l’Alice di Carroll, il foie gras, il vallo d’Adriano), senza nessuna ricerca forzata della rima o di ritornelli di sorta D’Amico crea immagini che si dispiegano su un tappeto sonoro di un elettronica ipnotica e minimale.
“Nostalgia Istantanea” è un disco che difficilmente potrà rivoluzionare qualcosa vista la portata ridotta di pubblico a cui si rivolge, ma che costituisce un unicum sia per quanto riguarda il genere in questione che nella storia della musica, qualcosa che non somiglia a nient’altro mai fatto prima d’ora e che difficilmente sarà ripetibile.
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