Che Dario Argeno avesse cominciato da diversi anni a perdere colpi lo si era capito ma certo non ci si aspettava il maestro dell'horror italiano in così grave difficoltà. Infatti, nonostante una produzione statunitense, questo Jenifer si accoda alle opere molto discutibili che il regista romano ci ha propinato negli ultimi anni.

Diretto per la serie televisiva americana "Masters of Horror" che vede altri episodi realizzati da geni come Carpenter, Hooper e Stuart Gordon, questo film della durata di un'ora risulta un'altro passo falso nella storia cinematografica del buon vecchio Dario.

Una ragazza dotata di un bellissimo fisico ma di un viso deforme viene soccorsa da un poliziotto che ne diventa inspiegabilmente amante. Il protagonista inizia lentamente a perdere tutto:gli affetti, la famiglia, il lavoro. Decide quindi di porre fine ai suoi problemi.

La trama ripresa da un racconto dello scrittore Bruce Jones è banale e lontana dagli schemi che il regista si è sempre dato. Il film ha dei suoi brevi momenti degni di essere visti. Come sempre infatti Argento sa come dispensare sequenze splatter e violente. Per il resto la pellicola è da buttare in tronco e dopo mezz'ora vi farete la domanda che anche io mi sono posto: ma Argento ha cominciato a darsi all'erotico?

Tutta la vicenda si sviluppa in una banalità desolante, tra dialoghi a dir poco insulsi e una scenografia piatta. Inutile poi il tentativo di inquietare con la scelta finale che risulta soltanto la dimostrazione di come le idee siano purtroppo finite.

Mi costa molto ammettere che Dario abbia ormai perso la sua impronta da grande regista per dei film maggiormente confezionati ad uso e consumo dello spettatore. Io che lo ho sempre considerato come uno dei più grandi registi italiani devo ammettere che negli ultimi anni non ha mai convinto. Questo Jenifer datato 2005 ne è la conferma.

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