Non so Voi, lì, ma io di geopolitica non ne saprei gnente-di-nulla.
Così come del 97,83% di qualsivoglia argomento/tema specifico relativo a qualunque materia sia sviscerabile dalla mente umana.
E questo nonostante già circa una ventina e rotti di anni addietro acquistavo in edicola la mia brava copia di Limes del buon Caracciolo; chiaramente non ne leggevo una pagina: l'acquisto veniva posto in essere esclusivamente per darmi un tono da para-pseudo-finto-intellettuale con la gentilizia edicolante e, d'altro canto, per cercare di giustificare l'acquisto compulsivo di pagine della migliore stampa illustrata dell'epoca: il mitopoietico Caballero (in lussuosa versione rilegata) era uno tra i titoli più altisonanti.
In realtà, Ve lo dico, ho voluto proprio presenziare, ergo mi sono sciroppato queste quasi due ore di ingarbugliate discettazioni proto-politico-belliche incentrate su complicatissimi argomenti inerenti le sfere di influenza e i labili equilibri tra le attuali superpotenze mondiali (che come tutti sanno sono Liechtenstein e Gibuti) esclusivamente per porre in essere una annosa verifica su un fatto che da tempo ormai tarla incessantemente il mio cranio.
Per poterlo fare ho strategicamente prenotato l'evento da mesi, ovvero da quando ho saputo (me l'ha detto il triceratopo che ospito in giardino: è un_ che si tiene aggiornato diversamente da mè) che il noto geopoliticista Fabbri, direttore del mensile Domino e presenza semi-costante in TV quando si discute amabilmente di guerre e derivati avrebbe dovuto presenziare non lontanissimo dalla sfasciapalafitta.
Il drammatico rischio di non riuscire nel mio intento era quello di non riuscire ad accedere all'evento in quanto l'arcaico quanto minuscolo teatro Electra ospita meno di duecento spettatori. Ma, prenotando secoli prima, mi sono assicurato il mio posto. Addirittura in prima fila: postazione strategicamente essenziale per la urgente "verifica" di mia competenza.
E ora, dopo averlo ascoltato con attenzione e soprattutto scrutato bene dal vivo, seduto (s)comodamente sopra il palco a pochi metri di fronte a mé, posso affermare con assoluta certezza e senza alcun margine di errore che il buon Fabbri, oltre che risultare ultra-preparatissimo in ciò di cui ciancia, dotato di una erudizione imbarazzante, oltre che financo provvisto di una tagliente (auto)ironia, ecco, dicevo, ora posso finalmente affermare senza alcuna possibilità d'errore che, ebbenesì, Egli è proprio lui: uno dei miti della mia infanzia:
il disperso Lurch della Famiglia Addams!
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