Sicuramente gli anni '80 rappresentano il decennio d'oro del thrash metal che si è reso grande grazie a band come Metallica, Slayer, Megadeth e Testament, però bisogna ammettere che ci sono stati molti gruppi della scena fortemente sottovalutate, tra tutti probabilmente una band che ha esordito proprio a metà degli eighties e più precisamente nel 1985: con "We Have Arrived" si presentano al mondo i Dark Angel.
Formati in California due anni prima, essi erano composti da Don Dotoy alla voce, Jim Durkin e Eric Meyer alle chitarre, Rob Yahn al basso ed infine Jack Schwarz alla batteria. Con questo lavoro l'angelo oscuro si mette in coda con tutti i gruppi seguaci degli Slayer, dando alla luce un cd un po' "Show No Mercy" e abbastanza "Hell Awaits", anche se probabilmente sia per bellezza che per importanza storica non potrà mai competere con questi.

Si inizia con la title track, una canzone molto bella, che ti entra subito in testa, anche se risente in modo indissolubile delle ispirazioni ad altri gruppi (la prima volta che l'ho sentita l'ho subito collegata a "Kill Again") pur presentando lo stesso uno stile tutto suo. Arriva ora il momento di "Merciless Death", altra pietra miliare del thrash, introdotta da un immortale arpeggio di basso e accompagnata dagli assordanti acuti di Dotoy, probabilmente la vera hit del disco, anche se preferisco la versione di "Darkness Descends" dove la sezione ritmica sarà formata da Mike Gonzalez al basso e un certo Gene Hoglan alla batteria.
Una sirena d'allarme apre "Falling From The Sky", altra canzone degna di nota per essere probabilmente la più originale, grazie ai suoi cambi di tempo e gli assoli su note altissime, ma sulla quale si nota la scarsa tecnica di Jack Swarz dietro le pelli rispetto agli altri componenti della band, tanto da far sembrare le canzoni rallentate rispetto al loro ritmo naturale. Nonostante tutto però le canzoni sanno tutte cosa sia il significato di violenza, basti pensare alla successiva "Welcome To The Slaughter House" (il titolo dice tutto), aperta dalla motosega di un macellaio pazzo pronto a farti le feste ed anch'essa destinata a restare negli annali. Molto belle sono anche le successive "No Tomorrow" e "Hell's On Its Knees", aperta da un fraseggio di chitarra che ci invita a rilassarci ma che sfocia in un fiume di potenza allo stato puro.
Il disco si chiude con "Vendetta", un'altra lezione di thrash fatto come si deve che mantiene l'album su alti livelli.

In generale siamo davanti ad un lavoro thrash veramente coi fiocchi che dispone di quasi tutto ciò che serve per fare un grande album: chitarre graffianti e trasgressive, una voce, quella di Dotoy più che sensazionale grazie all'alternanza tra toni cattivi e bassi e falsetti e acuti da paura. Lascia molto perplessa la sezione ritmica, più che per il basso per la batteria, la quale abbassa nettamente i toni, e la differenza nel sound si noterà e di netto nel successivo "Darkness Descends" con il cambio sia alle quattro corde che dietro le pelli.

Probabilmente il meno bello (perché dire il peggiore mi sembrerebbe troppo offensivo) dei Dark Angel, ma sicuramente un grandissimo lavoro che da parte dei veri thrashers merita minimo un ascolto attento.

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