Iniziano i nostrani Infernal Angels, con il loro black metal che dice tutto senza dire niente: piuttosto piatto lo stile, mediocre la resa sonora, rimane un'esibizione di mezz'ora tutto sommato piacevole per gli estimatori del genere - me compreso. Nonostante il livello tecnico più che apprezzabile, saranno ricordati più per il bestemmione in growling del cantante che per altro. Proseguono i Golem con il loro death crudissimo, e reso ancor più caotico da un service che per tutta la serata farà dannare un po' tutti (Hansen compreso): vengono proposti vari brani dall'ultimo CD "Black Era", più una cover - poco convincente, a mio avviso - di "Davidian" dei Machine Head. Tocca adesso ai romani Kaledon, mentre ci accomodiamo sui bordi del campo per gustare il loro power metal: il cantante Claudio possiede delle doti vocali davvero impressionanti, e si tratta sicuramente di uno dei migliori gruppi della giornata. Seguono gli altrettanto validi Dark Lunacy, che propongono un genere che ricorda vagamente quello dei Dark Tranquillity, con la particolarità di diversi inserti sinfonici che diventano parte integrante delle ritmiche. Un vero peccato che l'ottima prestazione della band venga in parte occultata da un'equalizzazione fatta veramente con i piedi.
E adesso tocca finalmente a Pino Scotto con i Firetrails, che dopo essersi fatto salutare come il nuovo messia dell'heavy metal propone diversi pezzi dal bellissimo "Third Moon"- intervallando i brani con improperi contro le major, i politici, Briatore e tutta la gente che non capisce un cazzo di musica - senza dimenticare un tributo ai suoi Vanadium ed ai loro brani. La sua performance è talmente carismatica da lasciare letteralmente a bocca aperta anche chi non lo conosceva: una scelta davvero azzeccata che infiamma il pubblico presente e ci prepara alla devastazione dei Tankard. Con l'intro di "We still drink the old ways" (!) compaiono i tre musicisti tedeschi, e poco dopo piomba sul palco Andreas "Gerre" Geremia con i suoi incalcolabili kg di pura "heavy-panza" a darci dentro. Vengono proposti diversi brani dei 25 anni della band, troppo spesso ingiustamente sottovalutata nonostante il curriculum di tutto rispetto. Sentirli dal vivo è un'esperienza imperdibile (in effetti sono partiti un po' sottotono...) nonostante un suono di batteria semplicemente orrendo: il livello (non solo alcolico) sale con le splendide "The beauty and the beast", "Under Friendly Fire" e "Slipping from reality". Andreas decide che è venuto il momento di rendere memorabile lo show, e scende improvvisamente dal palco - continuando a cantare - per andare ad abbracciare i metallici nelle prime file. In questo trova il tempo di dire qualche trashissima frase in italiano tipo "Ciao bela ragaza", e di mostrare quanto poco sia rockstar recandosi a bere birra coi fan alla fine dell'esibizione.
Dopo pochi minuti, è la volta degli attesissimi Gamma Ray, che sotto gli occhi di increduli fan iniziano con un'infuocata "Garden of the Sinner", per poi... interrompersi causa problemi tecnici. Lo show viene bloccato per circa 15 minuti, e l'imbarazzo si taglia con il coltello. In ciò Gerardo Cafaro trova il modo comunque di farsi acclamare durante un brevissimo intervento, in cui si congratulava per il comportamente corretto del pubblico. Bravo Gerardo, è di gente come te che abbiamo bisogno. Per fortuna si ricomincia, e Kai Hansen propone "New World Order", dopo aver detto chiaramente che, a volte, il service è una merda. Per mia grande gioia vengono proposte sia la classica "Man on a mission" che la nuova splendida "Fight". E dopo averci deliziato con "Blood Religion", mantenendo costantemente il sorriso sulle labbra, viene inaspettatamente suonata "Heavy Metal Universe", con la sua cadenza epica che manda in estasi molti fan. E' la volta di due pezzi più "tranquilli", quali "Fairytale" - letteralmente improvvisata e variata da Kai - e soprattutto l'immancabile "The Silence", con il pubblico che pendeva dalle labbra del frontman. A concludere la serata, uno spettacolare medley degli Helloween comprendente "Future World/Ride the Sky/I want it out", oltre all'inizio di "Rebellion in Dreamland" e "Land of the Free". Senza troppi fronzoli, la band esce e rientra immediatamente per farci sentire "Valley of the Kings", "Somewhere out in Space", "Rebellion in Dreamland" (due volte, ebbene sì) e la conclusiva "Send me a Sign".
Ottimo show, speriamo di rivederci il prossimo anno...
Video della giornata:
http://www.youtube.com/watch?v=Br88E6m-oNA
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