Uno guarda la copertina e si aspetta chissà che metal futuristico e fantascientifico, mentre la realtà ci riporta ad un metal a misura d'uomo e più melodico, certamente più diretto, senza però essere ammiccante o melenso.

I Dark Season al loro primo album dimostrano il loro valore: riempire quaranta minuti di musica effettiva (no intro e momenti morti) senza pause e al contempo senza risultare noiosi o macchinosi è già un grande traguardo. Il thrash puntellato con influenze di edulcorato death svedese (quello ultima maniera di Arch Enemy e In Flames) scorre senza difficoltà: potenti riff di chitarra mai dispersivi accompagnano un grande lavoro di batteria che riesce a dinamizzare il disco con stacchi e bei passaggi di doppia cassa.

L'inesperienza del gruppo fa capolino nella struttura base dei brani molto simile, nei riff stessi che in alcuni punti sono troppo scolastici, infine in un vocalist che non sa dare colore alle strofe, concentrandosi su rabbiosi ritornelli (molto riusciti alcuni). Sanno lavorare molto bene sulle melodie, specie degli assoli: l'importantissimo contributo solista è basilare, stavolta più vicino ai Children Of Bodom per elaborazione ed effettistica. La varietà di "This Cruel Domination" lascia capire che ci saranno importanti sviluppi, forse nel prossimo e imminente album calcheranno la mano sugli elementi industrial del sound (qui in quantità minima), oppure riusciranno a dare una importante svolta death.

Le basi ci sono, cari Dark Season, costruiamoci sopra qualcosa di originale.

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