Non pensavo fosse passata inosservata l'uscita di questo disco, ormai rilasciato da quasi due anni. Sembra un'eternità.
I Darkthrone stanno attualmente scrivendo un nuovo album e, nell'attesa, vi propongo questo "The Underground Resistance".
Potete non amare il genere musicale proposto da Nocturno Culto e Fenriz, ma meritano di essere elogiati per essere stati, e tutt'ora lo sono, un duo compositivo longevo, flessibile ed eccelso.
Dopo i discreti ma non particolarmente eccezionali dischi di ispirazione Crust Punk, ne partoriscono uno che rispolvera il background musicale dei due norvegesi, le ispirazioni, le loro origini: riescono a creare un agglomerato di Speed Metal anni '80, Thrash Metal, Black Metal, Doom Metal e pure un pizzico di spirito Punk.
Fuoriescono 6 brani in totale, perfettamente ed ordinatamente distribuiti nella tracklist, come da loro manuale; 3 tracce a ciascuno, dove ognuno canta le proprie composizioni. Nocturno Culto si occupa del cantato, chitarre, basso mentre Fenriz della batteria, del cantato e del basso in una sua traccia.
Apre le danze la "Dead Early" di Nocturno Culto, di chiara influenza Thrash, dai cupi riff taglienti e dalla vocalità grave. Un bel impatto iniziale senza dubbio, spietato e spaccaossa.
Le atmosfere cambiano subito quando la chitarra classica in stile Western preannuncia l'avvento di "Valkyrie", di stampo prettamente Doom Metal e scritta per mano di Fenriz. La voce è pulita, squillante se fosse un inno. Un brano eroico, insolito e fantasticamente entusiasmante.
"Lesser Men", ancora Nocturno Culto, si presenta subito possente, un carro armato. Virtuosismi di chitarra. Notare come i brani più malvagi siano stati composti da Nocturno Culto.
Anche Fenriz però ci sa fare con i sound più veloci e scatena la sua ira con "The Ones You Left Behind", un possibile omaggio a gruppi come i Motörhead, variando tra voce sporca e pulita; pure Nocturno Culto si concede un break e rallenta il groove proponendo lui stesso un altro brano di influenza Doom, vale a dire "Come Warfare, The Entire Doom", da inseguimenti.
Fenriz si dimostra il più versatile tra i due, sia vocalmente e sia musicalmente, sfoderando la traccia più lunga mai scritta dal duo: "Leave No Cross Unturned", quasi 14 minuti ma mai statico. Il picco più alto di tutto il disco, il perfetto punto d'incontro tra tutte le sonorità anticipate. La ferocia incorporata in un solo brano: Speed e Thrash che si uniscono col Doom e richiamando il sound lento e misantropico del Black Metal di "Panzerfaust", uno dei loro capolavori.
Darkthrone rigenerati, finalmente. Un disco appassionato.
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