Natalie Portman è Nina, una deliziosa ballerina del New York City Ballet, ancora legata ai sogni adolescenziali, alla dolcezza e inesperienza dell'infanzia. Ossessionata dalla perfezione tecnica, ligia alla disciplina, vede i suoi sforzi premiati quando Leroy, coreografo esigente interpretato da un meraviglioso Vincent Cassel, le assegna il ruolo di protagonista in una versione revisionata de “Il lago dei Cigni”.

E' qui che lo spettatore viene travolto dall'uso speculare del Nero e del Bianco, che non solo rappresentano lo scontro tra il Male e il Bene ma anche quello tra la morale e l'istinto, la ragione e la passione, la castità e il sesso. Uno scontro che ognuno di noi vive nel suo intimo e che in questo film viene portato all'esasperazione dopo un viaggio nel profondo della natura umana.

Nina sembra essere la scelta perfetta per l'interpretazione di Odette, il cigno bianco, creatura eterea e romantica ma non ha la sensualità, l'alone di mistero denso e oscuro che circondano Odile, il cigno nero, sosia esatto di quello bianco.

Nina si trova a guardare con un misto di ammirazione e invidia Lily, un'altra giovane ballerina che sembra avere tutto ciò che lei non ha mai avuto. Spontaneità, carnalità, ambiguità.

La follia e il buio arrivano silenziose, a passi felpati. Le soffocanti apprensioni di sua madre, l'evidente delusione di Leroy, la bruciante gelosia verso Lily, il desiderio incontenibile di arrivare alla perfezione trascinano Nina in un cupo viaggio alla ricerca del cigno nero che è in lei. Un viaggio che la porterà ad un agghiacciante trasformazione, senza limiti mentali o corporali.

I fotogrammi del film corrono leggeri come i passi di una ballerina, eppure taglienti come piccoli frammenti di vetro stretti nel palmo di una mano. Una storia paranoica, corposa, inquietante che in fondo è un po' la storia di tutti i noi. Portata all'estremo, romanzata, abbellita dalla cornice tchaikovskiana ma pur sempre la storia di ognuno di noi. Dalla scoperta della sessualità, alla perdita dell'innocenza fino ad arrivare alla convivenza forzata tra l'oscurità e la luce. Un'esperienza assaporata da chiunque.

Tutto richiama il tema del doppio. Gli specchi, presenti ad ogni scena, l'uso dei colori, la rivalità tra le due ballerine simili eppure così diverse tanto da arrivare fondersi insieme.

Una storia che è anche una faticosa traversata nella mente umana, nel sogno, nell'ossessione dove il vero si mescola al miraggio, il sogno alla realtà, in un trionfo di mistero che toglie il respiro. Una traversata fatta di tagli, cicatrici profonde che non si rimarginano autolesionismo, pelle infranta che si rompe, si squama, che dal candore del bianco diventa nera passando per il rosso del sangue

Non c'è morale in quest'opera. Non c'è la vanità moralista dell'insegnamento, ma solo una trama accattivante, poetica, sublime. Scene crude, dure, d'impatto per confondere il nostro pensiero, per far esplodere la nostra testa di domande.

Un gioiello del panorama cinematografico odierno, un romantico Thriller psicologico con piccoli segreti da scoprire, citazioni da svelare e omaggi da capire.

"Il cigno nero" è sicuramente un film da vedere, un film da una trama originale e un tema, quello del balletto, ancora vergine.

La tragedia senza tempo, dal fascino squisito di Odette è portata in scena dalla magnifica Natalie Portman che dà il meglio di sé prendendoci per mano nella scoperta della tetra Odile.

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